La Madonna del parto di Piero della Francesca a Monterchi ad Arezzo

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Una sentenza del Tar ordina lo spostamento dal centro del paese nell’antica chiesa in cui dipinse Piero della Francesca.
Il sindaco:

“Dovranno passare sui nostri cadaveri”

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Sono solo le grandi città ad offrire opere stupefacenti? In Italia sappiamo bene come non sia così, come ogni piccolo paese possa essere testimone del passaggio di un grande artista.

È questo il caso della Madonna del Parto di Piero della Francesca, dipinta nella Chiesa di Santa Maria di Momentana o in Silvis, a Monterchi (Arezzo), fra il 1450 e il 1465.

Madonna del Parto particolare

Ancora oggi non ci è noto il nome del committente di questa opera e non sappiamo dire con certezza per quale motivo il pittore si fosse recato nel piccolo borgo. Nonostante non ci siano documenti che attestino l’accaduto, però, viene facile pensare che il passaggio di Piero da Monterchi sia collegato con la morte della madre, Monna Romana di Pierino, originaria del borgo e scomparsa il 6 novembre 1459 a Sansepolcro, dove ebbe probabilmente sepoltura.

A rendere questo dipinto particolarmente interessante è lo stretto nodo che lo lega al paese e alle dolci colline della campagna aretina, che lo hanno custodito attraverso i secoli come un tesoro prezioso.

Sopravvissuto a ben due terremoti – il primo nel 1789 e il secondo nel 1917 – l’opera fu trasferita nel 1919 nella Pinacoteca di Sansepolcro e poi, nel 1922, ricollocato nel sito di Momentana, adibito a cimitero del paese già dal 1785.

A dimostrazione dell’attaccamento cittadino all’opera vi è un aneddoto legato agli anni della guerra. La Madonna del Parto era stata inserita nella lista di opere italiane che il governo, nel 1944, aveva chiesto di mettere al sicuro perché non fossero distrutte dai bombardamenti e dai saccheggi dei nazisti.

Quando le autorità giunsero a Monterchi – racconta Piero Calamandrei in un articolo su “Il Ponte” – furono scambiate dalla popolazione per tedeschi. Così, le donne del paese iniziarono a suonare le campane in segno di pericolo e tutti si armarono, con arnesi contadini, per correre in difesa della Madonna. Per preservare l’opera il podestà di Monterchi fece addirittura chiudere la nicchia che la custodiva con una parete di mattoni.

Può dunque l’arte unire una popolazione? Sì, e può permetterle di riconoscersi, tutta, attraverso il dolce viso di una fanciulla dipinta da un grande maestro; farle comprendere il valore di quello che ha, esserne grata e volerlo difendere.

In seguito ai tanti lavori che hanno interessato la Cappella nel corso dei secoli, oggi la Madonna del Parto si trova in una posizione molto diversa da quella in cui la aveva originariamente dipinta Piero della Francesca, e dobbiamo fare uno sforzo di immaginazione per pensarla illuminata dalla stessa luce che aveva scelto il pittore per dare risalto alla figura della giovane. Ma questo non rende comunque tale capolavoro del Rinascimento meno meraviglioso.

Quello che appare evidente guardando il dipinto è come l’artista abbia voluto esaltare la maternità. Monterchi e le sue colline, effettivamente, sono sempre state legate al culto della fertilità, fin dai tempi dei riti pagani. Potrebbe quindi essere stato un omaggio a questo aspetto del territorio da parte di un misterioso committente?

La Madonna è una giovane con trecce biondissime e vesti leggere e semplici, che ne esaltano le forme morbide. È in piedi, sotto un baldacchino in broccato, le cui tende vengono aperte da due angeli, simmetrici e speculari nei colori e nel disegno, che la introducono alla contemplazione dei fedeli, maestosa, solenne e al contempo umile.

Piero della Francesca, con maestria, scelse di raffigurarla di tre quarti, così da mostrare la gravidanza in tutta la sua evidenza.

Il viso della giovane è candido e austero, e il suo sguardo leggermente abbassato a guardare il ventre, che si accarezza delicatamente con la mano. Una leggenda vuole che Piero abbia dato alla Vergine il volto di una contadina di cui si era innamorato, ma non abbiamo nessuna fonte cui fare riferimento.

Monterchi-Madonna del parto

Dopo un primo restauro conservativo ad opera di Dino Dini nel 1950, l’opera vi è stata nuovamente sottoposta agli inizi degli anni Novanta, in occasione del quinto centenario della morte di Piero della Francesca, per mano di Guido Botticelli e sotto la direzione della Soprintendenza di Arezzo.

Molte informazioni sulla Madonna del Parto ci sono ancora sconosciute: sul contesto in cui è nata questa opera affascinante e misteriosa possiamo fare solo ipotesi. Sappiamo però che è sempre stata considerata un vero capolavoro da tutti e che i suoi concittadini continuano a difenderla e onorarla.

Vale la pena di andare a vederla, dunque, anche solo per lasciarsi attraversare e contagiare dal grande amore di Monterchi per la propria Vergine.

La conservazione dei Beni Culturali è alla base delle scelte per la loro tutela, e a quanto pare, la collocazione definitiva di uno degli affreschi più celebri ed enigmatici del Rinascimento è proprio un travaglio giuridico.

L’interesse comune è quello di comprendere bene le motivazioni e le valutazioni scientifiche che inducono allo spostamento dell’opera. E voi cosa ne pensate?

I Musei Civici Madonna del Parto saranno aperti fino al 15 giugno il giovedì, venerdì, sabato e domenica, con orario 10:00-13:00 e 15:00-18:00.

Museo Madonna del Parto esterno
  • Con lo stesso orario saranno aperti anche mercoledì 2 giugno.
  • Dal 16 giugno saranno invece aperti tutti i giorni, con orario 9:00-13:00, 15:30-18:30.
  • La visita ha una durata di circa mezz’ora. La prenotazione è fortemente consigliata, anche se non obbligatoria.
  • Prenotazioni e info:
    Tel.: +39 057570713
  • www.madonnadelparto.it
  • Email: info@madonnadelparto.it
  • Via della Reglia, 1 – 52035 Monterchi
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Maestro d’arte, si diploma all’Istituto d’Arte Silvio D’Amico di Roma - è qualificato Restauratore di Beni Culturali e si occupa della conservazione di opere d’arte per mostre Nazionali e Internazionali. Cura costantemente progetti, consulenze, per la manutenzione e la conservazione e restauro di Beni Culturali, in Italia e all’estero, sia per Enti Pubblici che privati e collabora con alcune Università. Nel 2012 al Campidoglio, è stato insignito dell’onorificenza, “Premio Personalità Europea dell’Anno”, dal Centro Europeo Cultura Turismo e Spettacolo. Presenta Convegni e ha pubblicato diversi suoi lavori in volumi scientifici d’arte. Scrive e realizza video per i Social Network sui temi: arte, ambiente e umanità. Già Consulente di Governo per la Struttura di Missione degli Anniversari Nazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nomina da conservatore-restauratore: del Centro Europeo Cultura Turismo e Spettacolo, Roma; del Comitato Scientifico del MUGA - Museo Garibaldino di Mentana e del MUCAM - Museo Civico Archeologico di Mentana e dell'Agro Nomentano.

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