Palazzo Farnese – Piacenza

Palazzo Farnese, Piacenza

Con la nostra rubrica andiamo oggi in Emilia-Romagna, a Piacenza, per osservare più da vicino lo splendido palazzo, oggi sede dei Musei Civici e dell’Archivio di Stato della città: Palazzo Farnese. (foto 1)

Foto 1: Musei Civici di Palazzo Farnese, Piacenza

Situato nella zona dove sorgeva l’antica Cittadella Viscontea, Palazzo Farnese fu costruito alla metà del Cinquecento per volere di Margherita d’Austria, moglie di Ottavio Farnese, duca di Parma e Piacenza. Mentre il marito aveva deciso di restare a Parma, infatti, la nobildonna desiderava trasferirsi a Piacenza e voleva che in città fosse costruita una residenza ducale, che simboleggiasse la potenza della famiglia e fosse luogo di rappresentanza.

Inizialmente, il progetto dell’edificio era stato affidato a Francesco Paciotto, che aveva pensato di sfruttare come fondamenta quelle del castello visconteo costruito nel 1352, per ordine di Galeazzo Visconti. Poiché questo non era possibile, però, e considerate le lunghe assenze dell’architetto, si decise di rivolgersi a un altro artista, che aveva già lavorato per i Farnese alla residenza di Caprarola, ossia Jacopo Barozzi, detto il Vignola.

Di questi lo stile è perfettamente individuabile nell’assenza di una vera e propria facciata, gusto che si ritrova anche in molti altri progetti dell’epoca e in particolare in quelli del bolognese Sebastiano Serlio, a cui il Vignola si ispirava moltissimo – si veda, per esempio, il progetto del Palazzo del Louvre.

Come ci è possibile notare tutt’oggi, guardando il palazzo, il progetto del Vignola aveva l’obiettivo di coniugare funzionalità ed eleganza. Nel 1561, dunque, egli propose ai duchi di ingrandire le ali dell’edificio e il cortile, scostandosi definitivamente dagli antichi spazi viscontei.

Purtroppo, però, quando i lavori furono terminati, nel 1602, a causa della mancanza di fondi, l’edificio fu realizzato solo in parte. Grazie a un modello ligneo in scala 1:50, realizzato da Enrico Bergonzoni seguendo i disegni che l’architetto aveva presentato ai duchi per ricevere la loro approvazione, ci è comunque oggi possibile osservare come avrebbe dovuto essere Palazzo Farnese, così come questi lo aveva inizialmente immaginato. (foto 2, foto 3)

Se comunque gli ambienti che oggi lo costituiscono sono ugualmente da attribuire alla fedele immagine del progetto originario, ce ne è uno che fa eccezione: la Cappella Ducale. Di forma ottagonale, questa è da attribuire a Lattanzio Papio e da datare fra il 1957 e il 1601, sotto il governo di Ranuccio I. Il Vignola, infatti, per i luoghi di culto aveva pensato a spazi molto più modesti e ben lontani dalla raffinatezza di questa cappella.

Il palazzo iniziò a decadere quando i beni dei Farnese passarono ai Borbone, che ne trasferirono molti a Napoli. Dopo essere stato saccheggiato, nel 1803, dalle truppe di Napoleone, lo spazio fu usato come rifugio per i senzatetto durante la seconda guerra mondiale, e solo nel 1965 si decise di riportarlo alla sua originaria magnificenza.

In quell’anno, infatti, l’Ente Provinciale per il Turismo, il Comune di Piacenza, la Provincia e la Camera di Commercio istituirono l’Ente per il Restauro e l’Utilizzazione di Palazzo Farnese, con a capo il sen. Alberto Spigaroli. Questo si proponeva di recuperare il palazzo e l’antica cittadella viscontea, che vertevano ormai in pessime condizioni. L’edificio fu dunque concesso, nel 1976, dal demanio al Comune di Piacenza, che decise di farne la sede dei Musei Civici. Nei primi anni Novanta, le sale del primo piano furono finalmente pronte per accogliere la pinacoteca, ma i lavori all’edificio continuano ancora oggi. (foto 4, foto 5)

Il museo accolto da Palazzo Farnese si compone di molte sezioni: quella degli affreschi medievali, quella archeologica, delle armi, dei Fasti Farnesiani, la Pinacoteca, quella dedicata al Risorgimento, alle sculture, ai vetri e alle ceramiche e, infine, l’importante Museo delle Carrozze, uno dei maggiori d’Italia.

La sezione degli Affreschi Medievali ospita opere provenienti da chiese piacentine e dei dintorni, in particolare dall’ex refettorio di Santa Chiara, dalla Cappella del Castello di Pontenure e dalla chiesa sconsacrata di san Lorenzo. Proprio a quest’ultima apparteneva un ciclo di affreschi dedicati alla vita di Santa Caterina, che si pensa, visto che le maestranze che lavorarono in questa chiesa furono attive anche alla corte dei Visconti, di poter attribuire ad un “maestro lombardo”, che viene convenzionalmente indicato col nome di “Maestro di Santa Caterina”.

Il Museo Civico ospita anche il Museo Archeologico, che si apre al piano terra della Cittadella Viscontea, con sale dedicate al primo nucleo delle sue collezioni, per poi passare alla parte riguardante la preistoria e la protostoria e proseguire, nei sotterranei, con la sezione romana, che si estende su 15 sale e riporta importantissimi reperti, fra cui il famoso Fegato di Piacenza, ossia la riproduzione bronzea di un fegato di pecora, su cui però si trovano ben 40 iscrizioni, che lo rendono un vero e proprio “manuale” per aruspici.

Questo, ritrovato nel 1877 da un contadino, nei pressi di Gassolengo, è dunque una testimonianza di fondamentale importanza per la nostra conoscenza di quell’antica pratica divinatoria. (foto 6, foto 7)

Il Museo ospita poi circa quattrocento esemplari di armi antiche, riunite nella prima metà dell’Ottocento dal conte Antonio Parma.

Di queste, il nucleo principale è una raccolta del XVI sec., composta di elementi acquistati da nobili famiglie piacentine. La più bella armatura di tutte, con incisioni e dorature, risulta quella di Pompeo Della Cesa – l’armaiolo milanese che la realizzò, che fu anche artefice di armature appartenute ad Alessandro Farnese – databile fra il 1580 e il 1585. (foto 8)

Foto 8: Sala delle Armi, Musei Civici di Palazzo Farnese, Piacenza

Un’altra sezione è dedicata ai Fasti Farnesiani. Questa si compone di rappresentazioni – qui suddivise in due cicli – volte a celebrare la casata Farnese, raccontando i momenti più importanti della sua storia.

La prima serie dei Fasti è data dalle tele che Ranuccio II commissionò tra il 1685 e il 1687 a vari artisti, fra cui Giovanni Evangelisti Draghi e Sebastiano Ricci, e in cui sono rappresentate le storie di papa Paolo III e Alessandro Farnese.

Carlo di Borbone li volle trasferire a Napoli, e solo nel 1928 le tele furono restituite al Comune di Piacenza. La seconda serie, invece, è composta dai dipinti che furono commissionati a Ilario Spolverini nel primo Settecento, e rappresentano il matrimonio di Elisabetta Farnese e Filippo V di Spagna. (foto 9)

Foto 9: Fasti di Alessandro, Musei Civici di Palazzo Farnese, Piacenza

La Pinacoteca di Palazzo Farnese, poi, racchiude opere databili dal XVI al XIX sec, di varia provenienza – chiese piacentine, collezioni private o i Fasti Farnesiani.

Fra le collezioni è da evidenziare la Rizzi-Vaccari, donata ai Musei Civici da Augusto e Mariapina Rizzi nel 2006 e costituita da diciassette dipinti e tre sculture lignee policrome databili dal Trecento al Cinquecento e attribuiti a Jacopo del Casentino, Andrea Bonaiuti, Simone de’ Crocifissi, Giovanni da Milano e altri artisti.

Altre bellissime opere di questa sezione sono: la Madonna adorante il Bambino con San Giovannino di Botticelli (1475-1480 ca.), proveniente dal castello Landi di Bardi; Il profeta Isaia e il re Davide di Camillo Boccaccino (1530); La purificazione di Carlo Francesco Nuvolone (1645); Giosuè ferma il sole di Ilario Spolverini (1721-1727); Ulisse si sottrae all’incantesimo di Circe grazie all’aiuto di Mercurio si Gaetano Gandolfi (1766) e il Ritratto del conte Giacomo Rota con il suo cane di  Gaspare Landi (1798). (foto 10)

Foto 10: Botticelli, Madonna adorante il Bambino con San Giovannino, Pinacoteca, Musei Civici di Palazzo Farnese, Piacenza

Quattro grandi sale ospitano il Museo del Risorgimento, con documenti e immagini dell’epoca. Questo rappresenta una sezione autonoma dei Musei Civici, sotto la sorveglianza dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano – Comitato di Piacenza, a cui appartengono la maggior parte delle opere conservate.

Ricca è la sezione dedicata al 1848, quando Piacenza si pronunciò a favore dell’adesione al Regno Sardo, e altrettanto interessanti sono quelle in onore di Giuseppe Manfredi, patriota piacentino, e quelle, ovviamente, che si concentrano su Garibaldi, di cui si conservano fogli a stampa, acqueforti, litografie e lettere autonome.

La sezione dedicata alle sculture del Museo costituisce una importante testimonianza del fare artistico piacentino fra il XII e il XIII secolo, mostrando come la città fosse un vero e proprio crocevia di culture e popoli. Vi si possono osservare statue della cosiddetta “Scuola di Piacenza” epigrafi commemorative, dedicatorie e sepolcrali e varie altre sculture romaniche, per la maggior parte provenienti dalla collezione ottocentesca di Mons. Bassi. (foto 11)

Foto 11: Benvegnù, Musei Civici di Palazzo Farnese, Piacenza

Il Museo vanta anche una preziosa collezione di vetri e ceramiche, che è stato possibile raccogliere soprattutto grazie alle donazioni di collezionisti privati. Fra questi, per il vetro particolarmente importante risulta l’opera di Pietro Agnelli, che fu presidente della Corte d’Appello di Venezia e quindi riuscì a raccogliere molti oggetti, lavorati con le varie tecniche di Murano, databili fra il XVI e il XVIII sec – momento d’oro di quella manifattura. Per quanto riguarda invece le ceramiche, sono raccolte maioliche e porcellane provenienti sia dall’Italia che dall’estero – in particolare tedesche e austriache– e prodotte fra il XVI e il XIX sec. (foto 12)

Foto 12: Collezione di vetri, Musei Civici di Palazzo Farnese, Piacenza

Ultimo ma non ultimo – anzi, fra i più prestigiosi di Italia! – il Museo delle Carrozze.

Questo, ospitato nei sotterranei del Palazzo e inaugurato nel 1998, presenta pezzi incredibili non solo per la loro bellezza ma anche perché perfettamente conservati.

La collezione nacque grazie alla cospicua donazione, nel 1948, da parte Silvestro Brondelli di Brondello, che aveva ereditato le carrozze dallo zio, Dionigi Barattieri di San Pietro, che ne era un grande esperto. A questo nucleo si sono poi aggiunti col tempo vari altri elementi e il risultato finale è che gli spettatori possono ammirare l’evoluzione che le carrozze hanno avuto, nel gusto e nello stile, dal Settecento fino all’arrivo dei mezzi a motore – sono conservati anche un carro funebre, tre Sacre, un carro-pompieri, un carro-scala un carretto siciliano, una slitta e varie carrozzine per bambini e neonati. (foto 13, foto 14)

I Musei Civici di Palazzo Farnese, dunque, con la loro grande varietà ci permettono di compiere un vero e proprio viaggio alla scoperta della storia e del territorio piacentino, riuscendo a soddisfare i gusti e le preferenze più diverse dei suoi visitatori, e immergendoli, allo stesso tempo, in un edificio ricco di storia e vissuto.

Fino al 24 luglio sarà possibile visitare i Musei Civici con un orario differente rispetto al solito. In occasione della mostra Klimt, l’uomo l’artista, il suo mondo, organizzata dalla Galleria Ricci Oddi, infatti, i nuovi orari di apertura saranno i seguenti: dal lunedì al giovedì, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00; dal venerdì alla domenica orario continuato, 10:00-19:00. Chi presenterà il biglietto della mostra avrà diritto a uno ridotto per i Musei di Palazzo Farnese.

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Maestro d’arte, si diploma all’Istituto d’Arte Silvio D’Amico di Roma - è qualificato Restauratore di Beni Culturali e si occupa della conservazione di opere d’arte per mostre Nazionali e Internazionali. Cura costantemente progetti, consulenze, per la manutenzione e la conservazione e restauro di Beni Culturali, in Italia e all’estero, sia per Enti Pubblici che privati e collabora con alcune Università. Nel 2012 al Campidoglio, è stato insignito dell’onorificenza, “Premio Personalità Europea dell’Anno”, dal Centro Europeo Cultura Turismo e Spettacolo. Presenta Convegni e ha pubblicato diversi suoi lavori in volumi scientifici d’arte. Scrive e realizza video per i Social Network sui temi: arte, ambiente e umanità. Già Consulente di Governo per la Struttura di Missione degli Anniversari Nazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nomina da conservatore-restauratore: del Centro Europeo Cultura Turismo e Spettacolo, Roma; del Comitato Scientifico del MUGA - Museo Garibaldino di Mentana e del MUCAM - Museo Civico Archeologico di Mentana e dell'Agro Nomentano.

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