Tra Dante e Shakespeare. Il mito di Verona

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Quanto è profondo il legame di una città con i personaggi illustri che la hanno vissuta?
E quanto, di questo legame, ancora oggi è visibile nel suo tessuto urbano?
La città di Verona si mostra un esempio perfetto per dare risposta a domande del genere: la sua odierna fisionomia culturale ed urbana, infatti, non è altro che il risultato della fusione di un medioevo immaginario – dato da Dante e da Shakespeare – e di un medioevo reale, reso fastoso grazie alla guida dei Della Scala. In particolare, per mostrare il profondo intreccio della città scaligera con questi grandi personaggi, fino al 3 ottobre sarà possibile visitare, presso la Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, la mostra Tra Dante e Shakespeare. Il mito di Verona.

Pensata come parte del progetto Verona, Dante e la sua eredità 1321-2021, promosso dal Protocollo d’Intesa interistituzionale, con il patrocinio e il contributo del Comitato nazionale per la celebrazione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, l’esposizione si presenta come il fulcro di una più articolata mostra diffusa, volta a omaggiare il legame fra Dante e la città che per lui fu “rifugio” e “ostello”, durante l’esilio. Questa si sviluppa attraverso un itinerario cittadino (che sarà possibile seguire servendosi di una mappa, ideata appositamente per l’occasione), fatto di ventuno importanti tappe, fra chiese, piazze, palazzi e biblioteche, tutte legate al poeta e alla tradizione dantesca. (foto 1)

foo 1 – Luigi Ferrari (Venezia, 1810 – 1894) Busto di Dante 1864 marmo; 81 × 57 × 37 cm Vicenza, Istituzione pubblica culturale Biblioteca civica Bertoliana. Credit: : www.studioesseci.net

La mostra alla Galleria d’Arte Moderna si propone, in particolare, di portare alla luce la ricca produzione artistica a cui il legame fra Dante e la città ha dato vita, entro un arco temporale che va dal Trecento all’Ottocento, in particolare.

A tal fine, una selezione di più di cento opere – fra dipinti, sculture, tessuti, codici manoscritti, incunaboli, e volumi a stampa, sia in formato originale che digitale – è stata organizzata secondo due principali nuclei tematici: il primo, con l’obiettivo di ricostruire il rapporto tra il Poeta, Verona e il territorio veneto; il secondo, per creare un revival ottocentesco di Medioevo ideale, sempre legato alla città e al territorio.

Tali tematiche prendono forma attraverso sei particolari sezioni: Dante, Giotto e la cultura artistica veronese d’inizio Trecento; Dante e Cangrande; La Commedia tra Tre e Settecento: immagine e fortuna in ambito veneto; Il mito di dante e della Commedia nell’Ottocento; Beatrice, Pia de’Tolomei, il Conte Ugolino, Gaddo, Paolo e Francesca: immagine e fortuna dei personaggi danteschi; Shakespeare e il mito di Romeo e Giulietta a Verona e in Italia.

La prima sezione, composta principalmente da pitture, manoscritti e sculture, si concentra sulla cultura artistica veronese nel momento della rivoluzione di Giotto.

Coetanei ed entrambi fiorentini, non si ha certezza che poeta e pittore si siano mai incontrati, ma una terzina dell’XI canto del Purgatorio ci dà conferma che Dante sicuramente fosse consapevole della grandezza e della portata del lavoro dell’artista, che, anche se probabilmente non si recò mai nella città scaligera, è stato in grado di influenzarne visibilmente l’aspetto. (foto 2)

foto 2 – Leopoldo Toniolo, Dante visita Giotto nella Cappella degli Scrovegni 1865 circa olio su tela; 75,6 × 99,3 cm Padova, Museo d’Arte Medievale e Moderna. Credit: : www.studioesseci.net

La seconda sezione vuole invece omaggiare l’ottimo e intimo rapporto fra Dante e Cangrande della Scala, a cui è dedicato il Paradiso, che testimonia la generosa ospitalità di Verona nei confronti del poeta. L’amicizia e l’ammirazione fra i due diventarono nei secoli un vero e proprio mito, e una selezione di incisioni, pitture e sculture, databili fra il Settecento e il primo Novecento, ne dimostra la grande fortuna iconografica.

In questa sezione, inoltre, si vuole celebrare Cangrande per il grande mecenate che fu, capace di dare sfarzo alla sua città. Sono quindi esposte anche le preziose stoffe del suo corredo funerario, la spada, e il calco del gisant del suo sepolcro monumentale, presso le Arche Scaligere.

Proseguendo, la terza sezione si concentra sulla Commedia e sul modo in cui venne illustrata nell’arco dei secoli, dal Trecento al Settecento.

Sono presenti una serie di codici minati realizzati in ambito veneto tra il XIV e l’inizio del XV secolo – fra cui è importante segnalare il Ms. 334, del 1431 della Biblioteca Diocesiana del Seminario di Verona, che è stato riscoperto proprio durante le ricerche fatto in occasione dell’organizzazione di questa mostra – una selezione di incunaboli e cinquecentine e una Commedia settecentesca della Biblioteca Capitolare, importante perché attesta il rinnovato interesse per lo studio di Dante, in quel periodo, da parte degli intellettuali, Gian Giacomo Dionisi in testa.

La quarta sezione si pone come proseguimento della precedente anche per il tema trattato e si concentra sull’Ottocento. In quel secolo, la riscoperta dantesca era ormai al centro degli studi di tutta Europa e ci fu una vera e propria fioritura di opere letterarie e artistiche al riguardo.

In Italia, addirittura, eventi, mostre e opere commemorative organizzate per il sesto centenario della nascita del Poeta, nel 1865, rappresentarono il primo evento nazionale del neonato Regno. A Verona, Ugo Zannoni (foto 3) realizzò il monumento a Dante in Piazza dei Signori, finanziato grazie a una raccolta pubblica, proposta dalla Società di Belle Arti e dall’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere. Oltre a questo, l’attenzione data in quel secolo al sommo dalla città di Verona si mostra anche attraverso le miniature e i disegni di Pietro Nanin e gli acquerelli di Viscardo Carton, esposti oggi per la prima volta.

foto 3 – Ugo Zannoni (Verona, Dante Alighieri bozzetto per il monumento in piazza dei Signori 1865 bronzo su piedistallo in bronzo e marmo; 41 × 14,5 × 15,5 cm Verona, Società Letteraria Foto: Gardaphoto, Salò. Credit: www.studioesseci.net

Ad aprire la sezione successiva vi sono tre disegni di Botticelli, prestito del Kupferstichkabinett di Berlino. Tutti hanno come protagonista Beatrice, e uno, Paradiso II, in cui l’artista fiorentino ha tradotto la terzina in cui la donna mostra a Dante il cielo della Luna e il percorso che lo attende attraverso le altre sfere celesti, è stato utilizzato anche come immagine coordinata alla mostra diffusa, nel tentativo di trasfigurare il percorso dantesco nella Cantica, in quello degli spettatori attraverso la città.

La sezione si espande poi a trattare di altri importanti personaggi della Commedia, attraverso le opere, fra le altre, di Francesco Hayez (la celebre Meditazione), Ugo Zannoni e Torquato della Torre. (foto 4)

foto 4 – Gaetano Previati, Paolo e Francesca 1887 circa olio su tela; 98 × 227 cm Bergamo, Accademia Carrara, su concessione di Fondazione Accademia Carrara, Bergamo. Credit: : www.studioesseci.net

La parte finale della mostra si concentra invece sul mito di Romeo e Giulietta nella città scaligera, a partire dai versi danteschi del Purgatorio (VI, vv. 106-108), da cui si pensa che Luigi da Porto abbia tratto ispirazione per ambientare a Verona la sua Historia novellamente ritrovata dei due nobili amanti.

Era il 1530, e i due giovani sventurati furono subito cari alla città, tanto che della loro vicenda furono create altre versioni: una di Matteo Bandello, in prosa; una di Gherardo Boldieri, in poesia. Il 1596, poi, Shakespeare li rese definitivamente immortali. La loro fama, in parallelo con quella dantesca, si consolidò poi soprattutto nell’Ottocento, ispirando moltissimi artisti – da Hayez a Giambattista Gigola, a Pietro Roi, Tranquillo Cremona, Gaetano Previati, Scipione Vannutelli e Domenico Scattola – e dando vita a una ricchissima produzione. (foto 5)

foto 5 – Paolo e Francesca nel vortice infernale Ph. Fulvio Rosso, Calice Ligure. Credit: : www.studioesseci.net

Tra Dante e Shakespeare. Il mito di Verona desidera quindi mettere in luce quanto la presenza, effettiva e immaginaria, di artisti, personaggi, e storie che hanno lasciato il segno, possa essere sentita e importante motivo di orgoglio per una città, tanto da poter ritrovare, fin nel suo tessuto urbanistico, un’attenzione e un pensiero particolari e continui, che nel corso dei secoli hanno portato alla formazione del tessuto con cui la si può osservare oggi.

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foto 6 – Palazzo della regione, Verona. credit: https://gam.comune.verona.it
  • Tra Dante e Shakespeare. Il mito di Verona
  • Mostra realizzata da Comune di Verona – Assessorato alla Cultura – Musei Civici
  • A cura di: Francesca Rossi, Tiziana Franco e Fausta Piccoli
  • fino al 3 ottobre 2021
  • Catalogo: Dante a Verona 1321-2021. Il mito della città tra presenza dantesca e tradizione shakespeariana edito da Silvana Editoriale con il contributo della Fondazione Banca Popolare di Verona.
  • Orari: da martedì a domenica, dalle 10:00 alle 18:00. Chiuso il lunedì.
  • Galleria d’Arte Moderna Achille Forti – Palazzo della Regione
  • Cortile Mercato Vecchio, 6 – Verona, Tel. 045 8001903
  • www.danteaverona.itwww.gam.comune.verona.it
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Maestro d’arte, si diploma all’Istituto d’Arte Silvio D’Amico di Roma - è qualificato Restauratore di Beni Culturali e si occupa della conservazione di opere d’arte per mostre Nazionali e Internazionali. Cura costantemente progetti, consulenze, per la manutenzione e la conservazione e restauro di Beni Culturali, in Italia e all’estero, sia per Enti Pubblici che privati e collabora con alcune Università. Nel 2012 al Campidoglio, è stato insignito dell’onorificenza, “Premio Personalità Europea dell’Anno”, dal Centro Europeo Cultura Turismo e Spettacolo. Presenta Convegni e ha pubblicato diversi suoi lavori in volumi scientifici d’arte. Scrive e realizza video per i Social Network sui temi: arte, ambiente e umanità. Già Consulente di Governo per la Struttura di Missione degli Anniversari Nazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nomina da conservatore-restauratore: del Centro Europeo Cultura Turismo e Spettacolo, Roma; del Comitato Scientifico del MUGA - Museo Garibaldino di Mentana e del MUCAM - Museo Civico Archeologico di Mentana e dell'Agro Nomentano.

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