Valorizzazione intesa come?
Palazzo Strozzi è un capolavoro dell’architettura rinascimentale a Firenze, riconoscibile per dimensione e bellezza nel tessuto urbano della città; è esempio magnificente di dimora signorile riservata all’uso familiare durante il Rinascimento, e conferisce a luogo simbolo il suo storico cortile, rendendolo disponibile al dialogo ininterrotto come fosse una piazza della Città.
L’edificio vede la posa della prima pietra, secondo il consiglio di un astrologo, all’alba del 6 agosto 1489, sotto il segno del Leone, anche se Filippo Strozzi, che volle crearlo, non vide mai la fine della costruzione, poiché morì e furono i figli ad abitarlo nel 1505.
Non è noto l’architetto del progetto originario: potrebbe essere Benedetto da Maiano o Giuliano da Sangallo poiché entrambi ne fornirono un modello. Parrebbe certo che il cantiere venne affidato a Simone del Pollaiolo detto il Cronaca.
Il palazzo fu rinnovato dal principe Piero tra il 1886 e il 1889 e rimase di proprietà Strozzi fino al 1937, anno in cui fu acquistata dall’Istituto Nazionale delle Assicurazioni, INA.
Nel 1938 e fino al 1940 l’edificio fu sottoposto ad importanti restauri e venne adibito a spazio espositivo, il principale e tra i più ampi di Firenze. Lo Stato lo acquisì nel 1998 e lo diede in concessione al Comune di Firenze per destinarlo, ancora, a sede di attività culturali ed espositive.
Le vicende storiche del Palazzo si evolvono nel 2006 anno di nascita della Fondazione Palazzo Strozzi: un nuovo inizio per la storia del palazzo, che accoglie anche l’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, il Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux e la Scuola Normale Superiore.
Ad eccezione del 2020 – anno tristemente contraddistinto da chiusure forzate causa pandemia – solitamente all’anno oltre due milioni di persone si affacciano a Palazzo, anche per le attività culturali: riconosciute a livello internazionale.
Sono state prodotte e organizzate oltre cinquanta mostre che spaziano dall’arte antica a quella moderna e contemporanea, come testimoniano le collaborazioni con artisti come Ai Weiwei, Carsten Höller, Marina Abramović o esposizioni di grande successo e acclamate dalla critica come Pontormo e Rosso Fiorentino o Verrocchio, il maestro di Leonardo.
Un sogno ad occhi aperti in questo periodo di covid-19 e connessi distanziamenti fisici, serrate museali e turismo bloccato, è poter immaginare e ricordare le mostre, i concerti, le performance, e le installazioni di artisti contemporanei.
A tal proposito il sogno contemporaneo, se di sogno si tratta, è svelato.
JR La Ferita
Dal 19 marzo 2021 a Palazzo Strozzi, questo edificio di valore storico e culturale immenso, viene addossata un’opera d’arte, o per meglio descrivere la realtà, viene posta a distanza ravvicinata sul prospetto (mi chiedo in che modo l’opera è ancorata all’edificio?).
JR, famoso artista contemporaneo (Jean René, Parigi, 1983), è chiamato dalla Fondazione a reinterpretare la facciata simbolo del Rinascimento fiorentino; con un’opera site specific intitolata La Ferita, dalle grandi dimensioni, 28 metri in altezza e 33 in larghezza, vuole proporre una riflessione sull’accessibilità ai luoghi della cultura all’epoca della pandemia.
Essendo immaginariamente murate vive, le opere e i loro bei ambienti che costituiscono le sale del Palazzo in questo momento, non riescono ad esternare le emozioni che sono solite suscitare nel mostrarsi allo spettatore e dunque non possono nemmeno esprimersi a riguardo di ciò che gli accade intorno.
JR ci mostra con questo collage fotografico in bianco e nero tipico dello stile dell’artista, l’interno dell’edificio da una visione esterna, grazie al gioco illusionistico rende il suo punto di vista il nostro, almeno nel tempo che trascorre la visione dell’installazione.
Si possono così osservare alcuni ambienti di Palazzo Strozzi: il colonnato del cortile, un’immaginaria sala espositiva e una biblioteca; come se una parte dell’edificio si fosse squarciata e, attraverso una ferita, si potesse guardare dentro.
Mi interrogo sul significato del termine ferita, che al solo sentirlo, ne riconosco il suo ampio significato: fisico, mentale, ideologico; e le molte e diverse cause che la creano.
Non è semplice far sentire idealmente il dolore di una ferita: lo si può ricercare nel contenuto e nell’intento di chi l’ha immaginato. La trasposizione artistica – bella visione estetica – rende difficile la percezione di questo sentimento, anche per il suo prorompente impatto mediatico.
Questo lo si deve probabilmente al fatto che ogni qualvolta ci si trova ad ammirare qualcosa che usualmente è protetto in un interno museale, lo si associa alla bellezza e non al dolore. E la bellezza ci solleva dalle paure e dalla solitudine, a prescindere dalla qualità delle opere, poiché è il gusto personale a vincere, anche aldilà delle soggettive qualità estetiche e dal significato dell’opera.
Quando ci troviamo a confronto con un intervento simile, complice anche la scala dell’anastilosi, a colpo d’occhio veniamo attratti dal globale per poi soffermarci sui numerosi dettagli: il bugnato che scompare, l’ardito taglio prospettico sull’ordine del cortile, gli archivolti che si protendono verso il piano nobile e ancora oltre, fino all’infinita successione dei volumi archiviati nella biblioteca.
La Ferita mi affascina per tecnica e dimensione, mi incuriosisce nella scelta della raffigurazione, non coincidente con la realtà degli interni con l’intento di far risaltare il noto Palazzo fiorentino: quest’opera temporanea riesce a porre interrogativi sullo stato dell’arte, sulle sue qualità e significati.
JR utilizza il collage fotografico come tecnica caratteristica del suo stile, esploso nella dimensione dell’arte pubblica nelle città di tutto il mondo. Come afferma lo stesso artista:
“Ho la più grande galleria d’arte immaginabile: i muri del mondo intero”.
La sua ricerca unisce originalità e appropriazione, sempre distinguendosi per una forte connotazione pubblica e di partecipazione che lo ha portato a creare opere di grande impatto visivo e coinvolgimento in luoghi e contesti sempre diversi, dalle favelas di Rio de Janeiro alla grande piazza della Piramide del Louvre, da Ellis Island a New York alla prigione di massima sicurezza di Tehachapi in California.
- Venerdì 19 marzo alle ore 11.30, è andata in live streaming sulla pagina Facebook di Palazzo Strozzi, JR e Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi, la presentazione del progetto con uno speciale incontro online. La diretta rimarrà disponibile anche successivamente.
- Partecipanti:
Arturo Galansino, Direttore Generale Fondazione Palazzo Strozzi
Giuseppe Morbidelli, Presidente della Fondazione Palazzo Strozzi
Eugenio Giani, Presidente della Regione Toscana
Tommaso Sacchi, Assessore alla cultura per il Comune di Firenze
Luigi Salvadori, Presidente Fondazione CR Firenze
Aldo Cursano, Camera di Commericio di Firenze
Manon Hansemann, Console francese a Firenze
Leonardo Ferragamo, Comitato dei Partner Palazzo Strozzi
Andy Bianchedi, Sostenitore progetto Palazzo Strozzi Future Art
l’artista, JR - L’iniziativa è promossa e organizzata da: Fondazione Palazzo Strozzi e Andy Bianchedi in memoria di Hillary Merkus Recordati.
- Sostenitori: Fondazione Palazzo Strozzi: Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Fondazione CR Firenze, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi, Intesa Sanpaolo. Con il patrocinio dell’Institut français Firenze.
- Con la collaborazione al progetto di JR della Galleria Continua.
Maestro d’arte, si diploma all’Istituto d’Arte Silvio D’Amico di Roma - è qualificato Restauratore di Beni Culturali e si occupa della conservazione di opere d’arte per mostre Nazionali e Internazionali. Cura costantemente progetti, consulenze, per la manutenzione e la conservazione e restauro di Beni Culturali, in Italia e all’estero, sia per Enti Pubblici che privati e collabora con alcune Università. Nel 2012 al Campidoglio, è stato insignito dell’onorificenza, “Premio Personalità Europea dell’Anno”, dal Centro Europeo Cultura Turismo e Spettacolo. Presenta Convegni e ha pubblicato diversi suoi lavori in volumi scientifici d’arte. Scrive e realizza video per i Social Network sui temi: arte, ambiente e umanità. Già Consulente di Governo per la Struttura di Missione degli Anniversari Nazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nomina da conservatore-restauratore: del Centro Europeo Cultura Turismo e Spettacolo, Roma; del Comitato Scientifico del MUGA - Museo Garibaldino di Mentana e del MUCAM - Museo Civico Archeologico di Mentana e dell'Agro Nomentano.
Interessanti gli spunti di riflessione che Roberto ci dona parlando della “ferita” di JR, che provoca disagio e dolore laddove l’arte, normalmente, suscita invece benessere.
JR, irriverente maestro della street art, ha creato, come al solito, un’opera dal forte valore sociale e politico, che ci costringe a guardare “dentro” Palazzo Strozzi senza dubbio, ma anche dentro noi stessi, per riflettere sui fatti spesso tragici, che accompagnano la nostra esistenza terrena.
Roberto… Grazie per questo bellissimo articolo. Da quando sono state pubblicate le prime foto di questa installazione confesso che il desiderio di prendere l’auto ed andarla a vedere di persona è stato davvero grande ma questo va contro la mia etica quindi aspetterò. Palazzo Strozzi ospita sempre mostre affascinanti e mi ritengo fortunata di averlo visitato ben due volte anche nel 2020 nonostante il Covid e lo stesso spero possa essere quest’anno. Quanto mi ritrovo nelle tue frasi in merito alla bellezza dell’arte quale balsamo per l’anima… Anche questo articolo lo è… Dopo un doppio turno in Ospedale psicologicamente devastante sono finalmente seduta in giardino circondata da ciò che amo: i miei cani, i miei gatti, i miei fiori e l’arte…. L’arte che grazie ad internet e grazie ad installazioni come questa ci raggiunge e ci fa riflettere… Questa “ferita” che ci illustra interni diversi a quelli reali di Palazzo Strozzi spero che inviti tutti a riflettere su quanto sia tutto così fragile… Su quanto sia importante dare attenzione alle persone ed alle cose in maniera costante e non solo perché vi è una “ferita”… Trovo che al di là dell’estetica vi si possano leggere molte metafore e mi auguro che incuriosisca quante più persone possibili a visitare e rivisitare Palazzo Strozzi non appena sarà possibile… Questa pandemia con i suoi “musei chiusi-musei aperti”… Con le foto, le dirette, le visite guidate… Io la voglio vedere anche come un mezzo per avvicinare le persone a questo mondo meraviglioso, la voglio vedere come un insegnamento… Perché anche dalle ferite e dalla sofferenza nascono cose belle e per questo le ferite e le cicatrici vanno mostrate senza vergogna e tutti devono imparare a trarne un punto di forza… Roberto tu lo sai che io non ho il dono della sintesi e qui mi fermo ma potrei continuare…
Due considerazioni: la prima di carattere tecnico: stupefacente esercizio di virtuosismo prospettico; la seconda di significato: più che drammatico, mi pare rappresenti un’acuta sintesi del moderno voyeurismo che vorrebbe entrare nei reconditi privati o proibiti e della volontà di riappropriarci degli spazi museali ora preclusi al pubblico.
Grazie Claudia, le tue osservazioni sono sempre preziose.
Grazie Barbara. Sono contento ti sia piaciuto l’articolo e mi piace l’idea che ci si possa trovare d’accordo su delle riflessioni nate dalla visione di una istallazione d’arte contemporanea. È interessante ovviamente anche il disaccordò, dal quale nascono altre riflessioni.
Speriamo di poter tornare a viaggiare e visitare i nostri luoghi del cuore in sicurezza e salute.
Vittoria, grazie per aver condiviso la tua visione di quest’opera. L’arte ci fa viaggiare con la mente speriamo di poterlo fare fisicamente, entrando nei luoghi della cultura!
Articolo interessante, come sempre, e con ottimi spunti. Amici fiorentini mi han riferito che dal vivo, l’opera deluda un po’, però mi piacerebbe molto poterla vedere direttamente, anche perché vorrà dire che sarò tornato nella splendida Firenze.
Grazie Luigi. Speriamo di poter visitare in sicurezza tutti i nostri luoghi del cuore!
complimenti maestro!
Grazie Perla!