Liberi Tutti a Teatro con opere di Alessio Ancillai e una parola da rivedere.

Ancillai, Perché; 2011; acrilico su juta trattata; cm 220x60

Ci sarà tempo fino al 30 aprile per assistere allo spettacolo teatrale Liberi Tutti, in scena in questi giorni al Piccolo Eliseo; una buona notizia per chi pensava di esserselo perso dopo soli tre giorni di rappresentazione, a seguito della brusca chiusura del Teatro dell’Orologio, dove lo spettacolo aveva debuttato ufficialmente a metà dello scorso febbraio.

Una misura drastica quella dei sigilli allo storico teatro dovuta a motivi di sicurezza, peraltro piuttosto datati e mai risolti, che ha improvvisamente privato la Capitale di un altro spazio dedicato alla cultura. Ma l’intervento di Luca Barbareschi, a sua volta al centro di una vicenda fumosa sul presunto mancato finanziamento del MIBACT al Teatro Eliseo da lui diretto, ha permesso il ritorno in scena della compagnia diretta da Elda Alvigini, regista e autrice del testo, scritto assieme a Natascia Di Vito.

Alessio Ancillai. Perché, 2011. Acrilico su tuta trattata, cm 220×60
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L’attrice è anche interprete in scena di questo suo spettacolo, incentrato sul concetto di separazione, intesa nelle sue diverse sfaccettature, non solo sentimentali o di coppia, ma legate anche al senso di abbandono, ai distacchi ineluttabili e necessari,  quali l’allontanamento dalle proprie passioni ideologiche o dal futuro invivibile e incerto del proprio paese in guerra.
Un progetto corale, ben recitato dai versatili Marius Bizau, Valerio Di Benedetto, Jun Ichikawa, e da un quinto, essenziale interprete: il lavoro dell’artista visivo Alessio Ancillai. Le sue installazioni hanno un ruolo paritetico a quello degli attori in carne ed ossa, in un certo senso recitano anch’esse le loro battute, impossessandosi dello spazio teatrale, completando alcuni dialoghi e restituendo senso ad immagini evocate dalle parole scritte sul copione.
Si può cominciare da Ritrovandoti, una tela dipinta dall’artista proprio per questo spettacolo: è presente nel video con i giovanissimi Carla Briguglia e Nico Abbrescia, protagonisti assieme al brano Esci con me, della cantautrice Roberta Carrese: una coperta protettiva che avvolge ingenue aspettative e promesse infantili nell’orizzonte di un’imminente separazione che prelude a quelle dell’età adulta.
Poi troviamo Perché, un’opera in juta e acrilico del 2011, con grovigli e intrecci che ricordano le reti dei pescatori; il lavoro fa da supporto e sfondo al concitato monologo della giovane profuga che, nuotando, porta in salvo i suoi compagni di uno dei tanti viaggi disperati che attraversano il Mediterraneo. Qui la finzione cede il passo alla storia vera di Yusra Mardini, la diciottenne di Damasco che, dopo aver condotto a riva, con la forza delle sue bracciate, un gommone carico di connazionali, vede nella separazione dalla Siria, dove è nata e cresciuta, l’aprirsi di un futuro in una terra amica, dove potrà riprendere ad allenarsi in piscina per gareggiare nelle Olimpiadi di Rio.
Ma il frammento più intenso dell’intero spettacolo è quello che evoca la separazione definitiva e ineluttabile, la morte, con Marius Bizau e Jun Ichikawa. Agli attori Elda Alvigini ha affidato il compito di raccontare la bruciante disillusione di due figli, cresciuti nel solco del comunismo sui generis di un padre che maschera la sua ingombrante identità patriarcale dietro una facciata falsamente militante, costringendoli così, morendo, a un doppio distacco. È proprio qui che L’opera rossa, lavoro potente di Ancillai, invade la scena inserendo un orizzonte che evoca un vessillo rivoluzionario diventato muro, scandisce ritmo e tensione del ricordo attraverso una ferita luminosa, in un crescendo che si scioglie nell’urlo accusatorio del figlio e nelle lacrime finalmente consapevoli della figlia.
Un lavoro corale, Liberi Tutti, con le scenografie di Antonello Pallotta, i costumi di Roberta Goretti, l’apporto tecnico di Quadroli Bros, Giacomo Spaconi e Alberto Virdis e con il contributo di un altro artista delle luci, Fabrizio Cicero; un’equipe vivace e affiatata che è riuscita a ricreare l’allestimento nel nuovo palcoscenico inserendo poche variazioni.
L’unica per la quale permane un certo rammarico, ma si spera non sia una scelta definitiva, è la rinuncia all’opera Tutt* liber*, dedicata al lemma straniero. Con questo lavoro Alessio Ancillai ha voluto ricercare caparbiamente l’origine etimologica dell’intolleranza, della volontà di separazione protezionistica che serpeggia ormai anche in quelle aree di occidente considerate isole felici di rispetto e generosità; ha aperto un vocabolario e ha trovato una semplice ed innocente soluzione: la parola straniero  va cancellata almeno una volta l’anno; per abbandonare l’idea che nascere altrove sia un merito o una colpa, per svergognare la piccineria razzista che stride con le distanze che si vanno sempre più annullando. Una riflessione che va a collocarsi al centro di un tema drammaticamente attuale, dirimente, anzi, per verificare il livello di impulsi di ostilità discriminatoria che respiriamo quotidianamente. Ancillai dimostra con il suo lavoro profondo e appassionato che un artista sa essere presente nel proprio tempo e raccontarne drammi e contraddizioni.

L’invito è di recarsi a teatro, non solo per godere di questo spettacolo che, con una ricca molteplicità di linguaggi, gioca sul filo dell’ironia e del disincanto, ma anche per cominciare a sentirla come una esigenza essenziale. L’ennesimo annullamento di uno spazio come il Teatro dell’Orologio, che aveva registrato il tutto esaurito per questo ed altri spettacoli in cartellone, merita attenzione. Le varie amministrazioni che si sono succedute hanno avuto caratteri di stretta somiglianza nelle mancate risposte, nel continuo procrastinare; molto affini nell’essere prive della volontà di risolvere questioni più o meno annose, le giunte recenti sono state curiosamente solerti nel sottrarre a tutti noi, teatri, cinema e gli altri luoghi d’incontro che rendono culturalmente vivace la città. Sta a noi spiegare, anche vigorosamente, che queste realtà sono motivo di nutrimento indispensabile, impoverirle con chiusure, sgomberi e politiche affaristiche è un dolo irrimediabile.

Info spettacolo e teatro

  • Liberi tutti | Il nuovo spettacolo scritto da Elda Alvigini e Natascia Di Vito
  • Con Elda Alvigini | Marius Bizau | Valerio Di Benedetto | Jun Ichikawa
  • Opere di Alessio Ancillai
  • Musiche Roberta Carrese Scene Antonello Pallotta; Costumi Roberta Goretti; Disegno luci Fabrizio Cicero; Sound designer Quadroli Bros; Riprese e Video Editing Giacomo Spaconi; Tecnico suono e video Alberto Virdis
  • Regia Elda Alvigini
  • Durata: 1h e 30 minuti senza intervallo
  • PICCOLO ELISEO
  • Da mercoledì 12 a domenica 30 aprile 2017
  • Orario spettacoli: martedì, primo mercoledì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00, mercoledì e domenica ore 17.00
  • Biglietteria tel. 06.83510216 |Giorni e orari: da martedì a domenica 10.00 – 19.00
  • Via Nazionale 183 – 00184 Roma
  • Biglietteria on-line www.teatroeliseo.com e www.vivaticket.it Call center Vivaticket: 892234 – Prezzi da 21 € a 15 € -Riduzioni e agevolazioni a norma di legge
  • Uff. Stampa Tealtro Eliseo: Maria Letizia Maffei, 335.6467974 ml.maffei@teatroeliseo.com; Antonella Mucciaccio 347 4862164 a.mucciaccio@teatroeliseo.com
  • Uff. Stampa Compagnia: Agenzia Maya Amenduni – @Comunicazione 392.8157943 mayaamenduni@gmail.com
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Maria Arcidiacono Archeologa e storica dell'arte, collabora con quotidiani e riviste. Attualmente si occupa, presso una casa editrice, di un progetto editoriale riguardante il patrimonio del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell'Interno.

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