Roberta Meldini a Palazzo Merulana. Plastica linearità e sinuosa tridimensionalità

immagine per roberta meldini a palazzo merulana: Catone e Porcia - bronzo - 1974

Una retrospettiva rigorosissima, a partire dall’allestimento, quella dedicata a Roberta Meldini a Palazzo Merulana a Roma; la Fondazione Cerasi, che ha posto al centro della propria collezione l’arte italiana del Novecento, ha voluto accogliere opere che sono andate ad inserirsi a pieno titolo nel più adeguato dei contesti.

Un percorso, quello dell’artista riminese, che si dipana a partire dagli anni all’Accademia di Belle Arti di Roma, fino agli ultimi lavori realizzati all’inizio degli anni 2000, prima che una lunga malattia sopraggiunse inesorabilmente a interrompere la sua intensa ricerca espressiva.

La versatilità, la molteplicità dei linguaggi adottati dall’artista, che spaziano dalla pittura all’incisione, si può dire che abbiano trovato nella scultura la propria efficace compiutezza.

Anche lì, nella tridimensionalità, la scultrice sembra tuttavia non aver requie nella scelta del materiale da plasmare e scolpire: cemento, bronzo, refrattario, resina, tutto ciò che le appare funzionale al raggiungimento di un risultato soddisfacente non è mai inarrivabile.

Una sfida, certo, una modalità di misurarsi con la materia che rispecchia la sua indole insospettabilmente combattiva e sanguigna, ma che trova talvolta quiete nella definizione calligrafica di dettagli nascosti.

Affascinata dalla figura femminile, dai temi fiabeschi e dal mondo animale, Roberta Meldini trova la strada per affrancarsi dalle lezioni dei maestri della scultura del passato e del suo tempo (tra i quali, per citarne alcuni, oltre a Brancusi e Moore: Marini, Manzù, Fazzini e Crocetti).

Di grande impatto sono le sculture che ritraggono animali: l’artista oltrepassa la mera riproduzione, e pur nella cornice di una capacità esecutiva impeccabile, dà vita a una propria narrazione, che cerca la profondità dell’essere senziente; un esempio è lo strazio e la sofferenza del Cormorano morente, opera del 1993 evocante una celebre immagine diffusa durante la Guerra del Golfo.

Anche nei ritratti si spinge ad indagare oltre la superficie, in un esercizio raffinato condotto rigorosamente dal vivo, senza mediazioni fotografiche.

Nei suoi lavori l’esperienza visiva si concretizza in quel lasso di tempo, nel suo sguardo in presa diretta sul soggetto.

Una pratica che talvolta, nelle opere grafiche, la vede procedere nel percorso del flusso creativo senza staccare lo strumento dal supporto.

L’immagine scelta per la copertina del catalogo pubblicato da Palombi è una scultura bronzea degli anni ’70, nella quale l’artista sembra aver attinto al repertorio della ritrattistica romana d’età repubblicana.

Potrebbe aver tratto ispirazione da un rilievo funerario del I secolo a.C., conservato nei Musei Vaticani e raffigurante una coppia di coniugi uniti nella dextrarum iunctio, i cosiddetti Catone e Porcia -il che spiegherebbe il titolo scelto dalla scultrice per una delle sue opere più significative ed evocative-.

La famiglia di Roberta Meldini ha deciso di ‘far respirare’ il lungo e appassionato lavoro dell’artista, condividendolo generosamente con il pubblico e affidandolo alle sapienti mani della curatrice Brigida Mascitti: altra scelta assai opportuna assieme a quella della sede espositiva.

Il risultato è un delicato e scrupoloso omaggio ad un’artista che necessitava di un attento sguardo storico-critico e la cui energia vitale sopravvive visibilmente nelle sue opere.

Info mostra

  • Roberta Meldini. Plastica linearità e sinuosa tridimensionalità 
  • Mostra retrospettiva a cura di Brigida Mascitti – fino al 5 marzo 2021
  • Palazzo Merulana – via Merulana, 121- Roma  info@palazzomerulana.it      + 39 06 39967800
  • Orari di apertura: dal lunedì al venerdì, dalle ore 12.00 alle ore 19.00. Prenotazione consigliata.
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Maria Arcidiacono Archeologa e storica dell'arte, collabora con quotidiani e riviste. Attualmente si occupa, presso una casa editrice, di un progetto editoriale riguardante il patrimonio del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell'Interno.

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