Andrea Aquilanti e Roma. Con Intervista all’artista

Prosegue il progetto alla Galleria De Crescenzo & Viesti che vede coinvolto un unico artista con una sola opera che, dopo Elvio Chiricozzi, ha per protagonista Andrea Aquilanti (Roma, 1960) che invade completamente l’ambiente con la videoinstallazione appositamente realizzata per questa personale.

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A partire già dal titolo, Vedute di Roma moderna, si avverte il cortocircuito che l’artista ha voluto creare in questo lavoro, mantenendo la costante dell’interazione del visitatore con l’opera stessa. È infatti il visitatore che attiva il lavoro e solo la sua presenza ne permette lo svelamento dei dettagli, altrimenti confusi e mimetizzati nell’intera composizione. Il termine “veduta” rimanda e richiama quella lunga tradizione settecentesca dei panorami – a volte anche capricci – che gli artisti realizzavano nel corso dei loro soggiorni nella Capitale, durante il Gran Tour; tra loro molto attivo fu Giovanni Paolo Pannini soprattutto conosciuto, per l’appunto, per le sue vedute di Roma, con i suoi antichi monumenti, e di “interni”, con le ricche gallerie di quadri che a loro volta contengono viste dell’Urbe.

Approfondiamo la mostra e la ricerca dell’artista chiamandolo direttamente in causa: Andrea, rispetto ai tuoi lavori precedenti, Vedute di Roma Moderna non riceve immagini dall’esterno, ma rimane tutta conchiusa all’interno dell’ambiente della galleria. Come mai questa scelta?

 “Voglio premettere che per me molte esposizioni, soprattutto se personali, sono un’occasione di ricerca, nel vero senso del termine. In quanto ricerca, spesso io stesso non so cosa troverò, poiché provo e rifletto su quali passaggi ho fatto. È anche accaduto di non comprendere immediatamente il lavoro svolto. Come ad esempio il lavoro della Sistina (1994), attualmente esposto al Macro nella mostra Ritratto di una città #2. Arte a Roma 1960-2001: nel momento in cui lo feci non capii bene cosa cercassi. Rivedendolo ora, dopo quasi 20 anni e guardando il percorso compiuto, ne capisco profondamente il senso.

Ciò premesso, devo dirti della particolare coincidenza di aver pensato due lavori contemporaneamente, uno nella mostra da De Crescenzo & Viesti, l’altro per la mostra Post Classici al Palatino. In quest’ultima ho messo una telecamera in diretta che riprende le stesse persone che guardano il lavoro, sovrapposte a immagini delle carceri del Piranesi; in questo caso il circuito è aperto, mentre nelle Vedute di Roma Moderna è, come hai giustamente notato, senza una telecamera, ma rimane aperto lo stesso in quanto la partecipazione delle persone è sempre attiva, le loro ombre interrompono la proiezione e fanno affiorare il disegno e non solo, cancellano anche il lieve colore. Mi ha attratto, il rapporto tra la superficie e la profondità, la stratificazione tra il disegno il colore, i quadri proiettati e veri tra il tempo quotidiano e quello di tre secoli fa, le vedute del Pannini ritraggono luoghi identici a quelli di oggi. Anche l’inquadratura già fotografica del Maestro mi ha interessato molto al punto che ho potuto sovrapporre le alle sue immagini parti di oggi. Dunque non solo è un omaggio alla nostra città ho anche cercato e direi sopratutto di lavorare sulla profondità spaziale e temporale attraverso il lavoro di altri artisti.”

In questo suo lavoro, Aquilanti ha inoltre voluto inserire il colore, nella proiezione, e dei dettagli di quadri del passato:  un vero omaggio a Roma? Ci risponde indirettamente il curatore, Alberto Dambruoso:

“(…) è curioso notare come molti artisti cedano comunque al fascino della Città e al desiderio di lasciarne una personale visione. (…). Giocando costantemente intorno ai processi di costruzione e di percezione, l’immagine subisce una serie di passaggi che partono dalla sua destrutturazione fino allo sdoppiamento e alla dissolvenza nell’interazione continua con lo spettatore. In più di vent’anni di attività, Aquilanti ha dato vita a un lavoro di installazione di grande raffinatezza formale, in cui disegno, pittura, fotografia e video-proiezione tendono a fondersi su un unico piano di rappresentazione, capace di far scaturire inedite e inaspettate visioni. Parte dalla realtà che lo circonda e trae ispirazione dalla storia dell’arte come nel caso dell’installazione appositamente concepita per questa mostra.”

 Info mostra

  • ANDREA AQUILANTI – Vedute di Roma moderna
  • 27 maggio – 19 luglio 2013
  • Galleria De Crescenzo & Viesti, Via Ferdinando di Savoia 2 – 00196 – Roma
  • Orari: martedi – venerdi, 11-13/16-19; sabato 11-13
  • info: tel/fax. +39 06 95226414/15 – info@decrescenzoeviesti.comwww.decrescenzoeviesti.com

 

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Daniela Trincia nasce e vive a Roma. Dopo gli studi in storia dell’arte medievale si lascia conquistare dall’arte contemporanea. Cura mostre e collabora con alcune gallerie d’arte. Scrive, online e offline, su delle riviste di arte contemporanea e, dal 2011, collabora con "art a part of cult(ure)". Ama raccontare le periferie romane in bianco e nero, preferibilmente in 35mm.

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