Concorso ippico di Piazza di Siena. Il ritorno della equitazione vincente.

Foto di Piero Bonacci

Quando negli anni ’60 e ’70 i fratelli Piero e Raimondo D’Inzeo e Graziano Mancinelli vincevano quasi tutti i concorsi ippici in giro per il mondo (comprese le olimpiadi) il Concorso Ippico Internazionale di Roma era affollatissimo. Aveva un fascino particolare anche per gli stranieri. Quella bomboniera chiamata Piazza di Siena (dal paese di nascita dei principi Borghese, proprietari dell’omonima villa) una cavea circondata da pini secolari, con sopra un cielo profondissimo ed il bell’ambiente che girava intorno agli sport equestri. Poi per anni gli italiani non hanno avuto più campioni nell’ippica (né salto ad ostacoli né barrage) ed hanno preferito gli sport pedestri più ultras e quelli più estremi. Ed anche questo mondo pieno di fair play come altri, piano piano è stato dimenticato.

Oggi siamo all’85° CSIO Piazza di Siena. Master fratelli D’Inzeo (2014), nato nel 1922 e diventato internazionale nel 1926. Fa parte del circuito FEI che raduna gli 8 CSIO più prestigiosi con i migliori cavalieri internazionali. E gli italiani ricominciano a vincere. Dopo 32 anni quest’anno abbiamo vinto la Coppa delle Nazioni nella prova a squadre con Alberto Zorzi, Piergiorgio Bucci, Bruno Chimirri e Lorenzo De Luca. Inoltre siamo saliti sul podio del Gran Premio Loro Piana Città di Roma con Alberto Zorzi (2°) e Lorenzo De luca (3°) dietro il forte olandese Jur Vrieling, con l’altezza degli ostacoli a 2,60 m..

Ho rivisto poi dopo tanti anni (quando con mio nonno, appassionati di storia ci commuovevamo alla carica di Pastrengo del 1848) il Carosello dei Carabinieri, grande spettacolo finale del Concorso ippico. Che lusso, in una giornata di primavera luminosissima in quell’anfiteatro ovale verde di Piazza di Siena, vedere i colori delle bandiere di tutte le nazioni che ancora privilegiano il nobile cavallo che rappresenta il completamento centauro di noi poveri bipedi. Due bande di carabinieri, una a cavallo ed una su un palco hanno accompagnato con le musiche più belle (dalla Carmen di Bizet alla Marcia di Radeszy a Bella ciao) le figure , i quadri e le cariche di quattro sezioni di carabinieri a cavallo (colorato o grigio). Stupende le simulazioni delle battaglie con le spade sguainate, i pennacchi rossoblù in alto ondeggianti ed il galoppo irrompente. Le cadenze sempre crescenti delle quadriglie che si incrociavano al centro dell’arena. Il turbinio dei corpi con lo stendardo in testa ed i cambi di andatura (trotto, galoppo, carica), le rapide evoluzioni, i disegni simmetrici formati sul campo. Il pubblico ridiventato bambino applaudiva ad ogni figura nata da un rimescolamento di corpi di cavalli sudati che si sfioravano e poi fuggivano lontano ed uomini che in simbiosi delicatamente li pilotavano o forse al contrario si affidavano loro.

La sera scendeva con le premiazioni in una Piazza di Siena che aveva veduto tre giorni di Concorsi, Caroselli di cavalli e sfilate di vecchi abiti, cappelli, signore in carrozza come era fino alla prima metà del ‘900, poco più di mezzo secolo fa.

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Pino Moroni ha studiato e vissuto a Roma dove ha partecipato ai fermenti culturali del secolo scorso. Laureato in Giurisprudenza e giornalista pubblicista dal 1976, negli anni ’70/80 è stato collaboratore dei giornali: “Il Messaggero”, “Il Corriere dello Sport”, “Momento Sera”, “Tuscia”, “Corriere di Viterbo”. Ha vissuto e lavorato negli Stati Uniti. Dal 1990 è stato collaboratore di varie Agenzie Stampa, tra cui “Dire”, “Vespina Edizioni”,e “Mediapress2001”. E’ collaboratore dei siti Web: “Cinebazar”, “Forumcinema” e“Centro Sperimentale di Cinematografia”.

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