La parola al Teatro #8. C’era una volta… il teatro nelle cantine. Gli anni ’70  di e con Pierfrancesco Poggi

immagine per Pierfrancesco Poggi

Con il suo spettacolo all’Off/Off Theatre di Silvano Spada, accompagnato al piano da Stefano De Meo, Pierfrancesco Poggi ha rimosso la polvere impalpabile del tempo sui favolosi anni ’70.

L’autore –attore ha cercato di far rivivere negli occhi e nelle orecchie di nostalgici o di spettatori qualunque  le sensazioni provate nei suoi anni vissuti più intensamente. Con innocenza e pieno di entusiasmo, con la voglia di riconoscersi e far conoscere quello che facevano in quegli anni gli autori da lui citati ed il teatro in generale.

Emotivamente e si sentiva, ha portato avanti per circa due ore quello che si chiama ‘one man show’ attraverso la sua poliedricità ad intrattenere ed allo stesso tempo a rompere, come allora gli schemi precostituiti.

Con eccezionali doti personali frutto di una vita artistica completa. Autore ed interprete di varietà, prosa e spettacoli musicali. Al Cabaret con Lando Fiorini, Duilio Del Prete, Luciano Berio, al Teatro con Patroni Griffi, Paolo Stoppa, Luca Ronconi, Ugo Gregoretti, in Radio con Paolo Conte, Enrico Vaime, Luciano Salce, in TV con Nanni Loy, Enzo Trapani, Pupi Avati.

Attore, autore teatrale, radiofonico, televisivo e cinematografico con eccezionali doti di intrattenitore, con la conoscenza di numerosi dialetti (romano, toscano, milanese, napoletano, ecc.), creatore di testi, cantautore, suonatore di vari strumenti tra cui il piano e la chitarra. Incantevole la traduzione in generi musicali del brano di autore controverso Giochi Proibiti.

Il suo ritorno agli anni ’70, epoca in cui nasceva il cabaret, le canzoni di autore, l’avanguardia teatrale: tutto rappresentato nelle cantine, nei garage e nelle case di amatori. Una celebrazione della creatività, dell’anticonformismo, della rivoluzione dello spettacolo teatrale in quegli anni ’60 e ’70, così pieni di idee e di coraggio di raccontarle senza inibizioni morali e religiose. Dalla sua performance completa è venuto fuori un archetipo di anni originali che hanno fatto scuola, oggi condannati all’oblio dal frullato multiculturale di omologazione imperante.

I brani e le canzoni oltre che dello stesso Poggi, fatti di poesie e canzoni popolari  italiane e di cantautori, di Jacques Brel, Dario Fo, Alberto Arbasino, Fiorenzo Carpi, Giorgio Strehler, Renato Carosone, Vittorio Gassman (La commedia è finita, Il canto delle svergognate, Pigliate ‘na pastiglia, ecc).

Personaggi famosi della radio e della TV: la sarta Olga in una produzione hollywoodiana, la maga Teresa in giro per santuari  fino ad arrivare  all’invenzione di una improbabile carrellata di musica filippina.

Poggi è stato pirotecnico toccando tutto in grande scioltezza senza risparmiarsi per la soddisfazione di quelli che già conoscevano e di quelli che hanno potuto gustare per la prima volta le atmosfere di un’epoca imperdibile.

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Pino Moroni ha studiato e vissuto a Roma dove ha partecipato ai fermenti culturali del secolo scorso. Laureato in Giurisprudenza e giornalista pubblicista dal 1976, negli anni ’70/80 è stato collaboratore dei giornali: “Il Messaggero”, “Il Corriere dello Sport”, “Momento Sera”, “Tuscia”, “Corriere di Viterbo”. Ha vissuto e lavorato negli Stati Uniti. Dal 1990 è stato collaboratore di varie Agenzie Stampa, tra cui “Dire”, “Vespina Edizioni”,e “Mediapress2001”. E’ collaboratore dei siti Web: “Cinebazar”, “Forumcinema” e“Centro Sperimentale di Cinematografia”.

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