Più Libri Più Liberi 2019 #1. Il valore della memoria

Sami Modiano

Nella Sala La Nuvola, tra i giovani delle classi liceali romane, Sami (Samuel) Modiano (classe 1930), ebreo italiano della provincia di Rodi, uno dei pochi sopravvissuti ai campi di sterminio di Auschwitz – Birkenau, ha parlato della sua vita, piena di dolore e di angosce.

Prima per la perdita del diritto allo studio quando nel 1938, per effetto della promulgazione delle leggi razziali era stato espulso da scuola a soli 8 anni. Poi per quel lungo viaggio, insieme a tutti gli altri ebrei dell’isola, da Rodi ad Auschwitz, mentre in quelle condizioni disumane sulle carrette del mare e sui treni blindati molti compagni già morivano di stenti e malattie.

immagine per Sami Modiano
Sami Modiano

E infine nelle fabbriche della morte come ha chiamato i due lager. E si è commosso ed ha commosso con i suoi racconti sulla morte della sorella, del padre e di tutti gli altri parenti (di tutti gli ebrei di Rodi sono ritornati circa duecento).

Luca Zingaretti in apertura ha letto sentitamente alcuni brani del libro La tregua di Primo Levi sulle condizioni dei prigionieri dei lager. Poi Pierluigi Battista, coadiuvato da Marcello Pezzetti, storico italiano, grande studioso della Shoah, membro del Centro di documentazione ebraico contemporaneo, dove si occupa di didattica nelle scuole sulla Shoah, hanno aiutato Sami Modiano a ricordare momenti della sua dolorosa e stravolta vita.

Quello che ha più colpito, come hanno rimarcato i tre intervenuti, è il ritardo con cui molti sopravvissuti hanno raccontato le loro esperienze. Pezzetti ha fatto notare che solo dagli anni ’90, escluso Primo Levi che ne aveva scritto, nessuno ne aveva parlato perché la società non era pronta ad ascoltarli.

Meglio stare in silenzio – ha confermato Modiano -. Dopo che molti superstiti erano morti, gli altri diventati nonni hanno sentito il bisogno, come ad esempio Modiano, di raccontare la loro storia ai nipoti, alle nuove generazioni, ad una società che senza testimonianze avrebbe dimenticato quello che era stato rimosso. – Dal momento che, dopo 60 anni nel 2005, sono stato scelto per accompagnare le scuole a Birkenau e per raccontare la mia esperienza, da quel momento ho sentito di avere una missione che continua ancora: quello che ho visto non lo dovranno mai più vedere le generazioni future -.

Sami Modiano ha anche ricordato quello che i tedeschi dicevano: – Non uscirete di qui, e se qualcuno si salverà non verrà creduto -. La memoria viene spesso manipolata anche perché la società non si è mai sforzata di capire -. Modiano ha anche raccontato la sua vita di solitudine, di dolore e di emarginazione, al ritorno dai lager, simile a quella di tanti altri sopravvissuti.

Le vittime in una società di vincitori non vengono capite, rimarranno vittime per sempre. Ma i ragazzi delle scuole alla fine si sono fatti fotografare con Sami Modiano e lo hanno abbracciato con le lacrime agli occhi.

Vincerà la memoria?

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Pino Moroni ha studiato e vissuto a Roma dove ha partecipato ai fermenti culturali del secolo scorso. Laureato in Giurisprudenza e giornalista pubblicista dal 1976, negli anni ’70/80 è stato collaboratore dei giornali: “Il Messaggero”, “Il Corriere dello Sport”, “Momento Sera”, “Tuscia”, “Corriere di Viterbo”. Ha vissuto e lavorato negli Stati Uniti. Dal 1990 è stato collaboratore di varie Agenzie Stampa, tra cui “Dire”, “Vespina Edizioni”,e “Mediapress2001”. E’ collaboratore dei siti Web: “Cinebazar”, “Forumcinema” e“Centro Sperimentale di Cinematografia”.

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