Più Libri Più Liberi 2019 #4. Europa: la versione di Steiner

George Steiner è uno scrittore e saggista francese (classe 1929). Un letterato ed un intellettuale di grande cultura mitteleuropea, all’avanguardia nelle analisi critiche della società contemporanea. Ha scritto tra l’altro La lezione dei maestri (2003), La barbarie dell’ignoranza (2005), Una certa idea di Europa (2006). Maurizio Ferraris, filosofo ed accademico italiano, di quest’ultima opera ne ha fatto una lectio magistralis a Più Libri Più Liberi, che quest’anno ha come titolo I confini dell’Europa.

immagine per George Steiner
Foto ©Musacchio, Ianniello & Pasqualini

Proviamo a riassumere quello che Maurizio Ferraris, con un certo umorismo e realismo (ha coniato lui stesso il concetto di nuovo realismo con un Manifesto), ha elaborato, con una sua pregevole analisi, su Una certa idea di Europa. Per George Steiner l’Europa è eccezionale, è spirituale, è documentale. Per tanto tempo è stata il centro del mondo con la specificità di aver prodotto, attraverso i secoli, il massimo della cultura. Oggi la sua forza rispetto alle forze centrifughe economiche dell’America e dell’Asia, è basata non più sulla sua eccezionalità dei luoghi e società, o sulla spiritualità (in lei hanno confluito le idee delle filosofie greche e della religiosità ebraica) ma sulle sue strutturate prove documentali.

Nella disamina sulle cinque connotazioni eccezionali che George Steiner aveva assegnato all’Europa: 1) caffè (dove si erano sviluppate arte, letteratura, filosofia, ecc.), 2) passeggiate (un continente con non più di tre fusi orari, che si poteva percorrere camminando), 3) strade e piazze (con nomi di statisti, scrittori, santi, scienziati, giuristi ecc.), 4) Atene e Gerusalemme (luogo di memoria con il suo retaggio di cultura greca ed ebraica) 5) tramonto (l’Europa proprio perché occidentale ha sempre previsto il suo crepuscolo e la sua fine come continente umano e mortale), il filosofo Ferraris ha fatto notare che in un epoca di internazionalizzazione, tali caratteristiche si sono universalizzate. Tanto che oggi dobbiamo aver paura della globalizzazione che elimina tutte le diversità culturali, che erano il tratto distintivo di tanti paesi uniti.

Continuando la sua disamina sulle idee di Europa di Steiner, Ferraris ha dovuto ammettere che quando l’Europa veniva rappresentata nel continente come la testa pensante sul corpo che era l’Asia, la diffusione della cultura europea era al massimo. Ma non si può credere nel progresso indefinito dello spirito, del pensamento. Con l’avvento della ricerca e la evoluzione dei nazionalismi si è visto trasformare lo spirito europeo nella bandiera di regimi come quello di Hitler, che si è eretto, con la sua nazione e lingua e guerra di conquista, a rappresentante prima dello spirito tedesco e poi dello spirito europeo.

Poi finalmente si è capito – ha continuato Ferraris – merito di uomini illuminati del dopoguerra, che si poteva riuscire ad unificare un continente attraverso documenti. Ed oggi l’Europa è più sicura di sempre per i suoi trattati: Parigi 1951, Roma 1958, Trattato di fusione 1965, Amsterdam 1997, Nizza 2001, Lisbona 2007.

L’Europa letteral-burocratica ha un senso molto maggiore delle altre sue caratteristiche, è riuscita finora a far dimenticare tutte le guerre ed ha sopito in parte le voglie di nazionalismo. La stessa moneta, l’euro, ha portato sul piano economico con i suoi accordi (Maastricht 1993, Entrata in vigore 2002) tutto quello che sarebbe potuto scivolare sul piano militare. E l’Europa ne ha di storia di guerre di confini, di etnie, di religioni, ecc..

È proprio in questo momento, con tutto quello che sta accadendo nel mondo, con le difficoltà, le incertezze, le rinascite di odi, di revanchismi, razzismi, regionalismi e nazionalismi vari che l’Europa – ha concluso Ferraris – non deve cedere, collassare come Il sacro romano Impero (al quale rassomiglia molto) per non rivivere di nuovo quello che la Storia ha già insegnato.

Foto: ©Musacchio, Ianniello & Pasqualini 

+ ARTICOLI

Pino Moroni ha studiato e vissuto a Roma dove ha partecipato ai fermenti culturali del secolo scorso. Laureato in Giurisprudenza e giornalista pubblicista dal 1976, negli anni ’70/80 è stato collaboratore dei giornali: “Il Messaggero”, “Il Corriere dello Sport”, “Momento Sera”, “Tuscia”, “Corriere di Viterbo”. Ha vissuto e lavorato negli Stati Uniti. Dal 1990 è stato collaboratore di varie Agenzie Stampa, tra cui “Dire”, “Vespina Edizioni”,e “Mediapress2001”. E’ collaboratore dei siti Web: “Cinebazar”, “Forumcinema” e“Centro Sperimentale di Cinematografia”.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e statistici. Cliccando su "Accetta" autorizzi tutti i cookie. Cliccando su "Rifiuta" o sulla X rifiuterai tutti i cookie eccetto quelli necessari per il corretto funzionamento del sito. Cliccando su "Personalizza" è possibile selezionare quali cookie attivare.