Splendido e vivace, curioso e libero. Si presentava così, nel maggio 2008, avvolto nel suo energetico color rosa shocking, art a part of cult(ure) remove background noise, il nuovo magazine online nato con l’intento di promuovere, diffondere e valorizzare l’arte e la cultura della contemporaneità nelle sue molteplici manifestazioni.
Da allora sono trascorsi dieci anni. Un bel numero per una rivista digitale che sin da subito ha scelto di fare a meno della pubblicità e dell’informazione spicciola degli eventi quotidiani per concentrarsi sugli approfondimenti e portare avanti un dialogo sulla contemporaneità che non si facesse sedurre dalla quantità, ma solo dalla qualità, dall’intuizione, dalla sperimentazione, dalla grazia, dall’identità personale ed unica dell’opera d’arte.
Di qualsiasi forma d’arte si parli.
In dieci anni abbiamo avuto idee, coraggio, un po’ di fortuna, molti riconoscimenti, lettori coinvolti e straordinari collaboratori.
In dieci anni abbiamo messo insieme esperienze, immaginato futuri, coltivato realtà (fuori e dentro la rete, perché la vita s’annida ovunque); abbiamo formato giovani redattori e risvegliato in altri il sacro fuoco della critica e della narrazione; abbiamo partecipato ad eventi, supportato grandi progetti, incontrato diversità, messo a punto il nostro linguaggio: semplice, per giungere ovunque come un vento innovatore, ma altrettanto capace di parlare della complessità, cifra e salvifica della nostra civiltà.
Che l’opera d’arte (sia questa un dipinto, una scultura, una fotografia, un video, un’installazione, uno spettacolo teatrale, una musica, un film, una sfilata di alta moda, un luogo o una memoria) non smetta mai di emozionare, di porre interrogativi e di creare una rete solida e dalle maglie fittissime, lo dimostrano tutti i commenti e i lettori; che sia immortale, invece, lo rendono tangibile gli articoli che ancora oggi, a volte a distanza di un lustro o più, ancora vengono letti e discussi.
Riassumere, forse, non è sempre una buona idea, ma riassumere dieci anni di strada è sempre fare fuoco e mettere un punto. In tutti questi anni la storia è stata scritta dalla nostra tenacia e competenza, dai nostri approfondimenti e, soprattutto, dai collaboratori che hanno arricchito di contenuti questo magazine. Sono state collaborazioni che ci hanno emozionato, sorpreso e incantato. Talvolta difficili talvolta così familiari e affettuose da farci sentire davvero una comunità solida e con tratti distintivi molto peculiari.
Il web è una modalità ormai assodata di comunicazione virtuale ma non sempre è stato così. Spesso abbiamo cercato in questi anni di rendere vivi i contatti tra la redazione e ogni incontro è sempre stata una festa.
Ringraziamo chi in tutti questi anni ci è stato vicino contribuendo non solo con testi, immagini e video, ma anche con idee, critiche e spunti, a rendere sempre dinamica e attiva la nostra presenza in rete.
A parte c’è la nostra strada di fondatori, irta di difficoltà, spinosa ma sempre curiosa, sempre critica: ci sono stati momenti bui e momenti pieni di energia e voglia di proporre alternative culturali e di stile molto potenti; e c’e sempre la nostra mission che il nostro nome continua a rappresentare: “a part” non indica la chiusura e la ghettizzazione, ma il chiamarsi fuori dal rumore di fondo (remove background noise) che rende sempre schematici e banali.
Non ultimo e non meno importante il sostegno dei nostri soci e dei nostri donatori, che ci permette una comunicazione efficace e continuativa: senza sarebbe stato complicato e talvolta impossibile.
Giornalista culturale e autrice di testi ed adattamenti, si dedica da sempre alla ricerca di scritture, viaggi, tradizioni e memorie. Per dieci anni direttore responsabile del mensile "Carcere e Comunità" e co-fondatrice di "SOS Razzismo Italia", nel 1990 fonda l’Associazione Teatrale "The Way to the Indies Argillateatri". Collabora con diverse testate e si occupa di progetti non profit, educativi, teatrali, editoriali, letterari, giornalistici e web.
Grazie per averci dato questi dieci anni straordinari: come collaboratori e come lettori.