La scrittura è un viaggio avventuroso. Intervista con Filippo Tuena

OLYMPUS DIGITAL CAMERA
Filippo Tuena

Fra le molteplici sfumature dell’erranza di cui si parla nel corso dell’omonimo Festival quella della scrittura è fra le più appassionanti. Ne parliamo con Filippo Tuena ospite della seconda giornata del Festival.

Cosa ti accomuna all’erranza intesa sia come reale cammino, sia come condizione dell’anima?

Il senso d’incertezza, d’indeterminatezza che si prova quando si comincia a scrivere un libro. Di solito è un impegno che dura un paio d’anni, o forse più, e se si è perfettamente coscienti riguardo a ciò che si abbandona – atmosfere rilassanti, salotti familiari, conversare piacevole, quel che normalmente ci aspetta: ansie, ricerca della solitudine, colloqui ininterrotti con la pagina scritta non è programmabile, almeno per me che normalmente scrivo solo quando ne sento l’impulso.

Quanta parte della tua vita prende l’atto di viaggiare attraverso la scrittura?

Tolti gli affetti familiari, la scrittura è la parte affettiva più sostanziosa  della mia vita. Provo affetto per i libri che scrivo, per quelli che pubblico nella mia collana, per quelli che leggo. Dunque lo spazio è rilevante.

Viaggi più spesso attraverso il mondo o attraverso l’immaginazione?

I viaggi dell’immaginazione mi portano a volte a frequentare i luoghi reali. Ma non sempre. A volte osservare direttamente può essere devastante per la scrittura.

Perché hai scelto questo argomento per narrare la tua esperienza al Festival dell’Erranza?

Per quel primo passo che è la prima riga di un libro, per quel senso di andare altrove, trascinati da qualcosa di inafferrabile e che rimane inafferrabile anche dopo aver terminato il libro che ci ha condotti altrove.

Cos’è l’avventura per te?

Rischiare il fallimento.

Il viaggio non porta sempre con sé anche l’avventura?

No. Ci sono scritture assolutamente non avventurose. Ripetitive, (mi riferisco anche a certi autori letterari e non solo a quelli di genere).

Quali sono le caratteristiche di un viaggio avventuroso?

Un viaggio letterario avventuroso è un viaggio che percorre un sentiero dove la storia corre il rischio di frantumarsi, così come la scrittura; dove il desiderio di approfondire può portare all’impossibilità di esprimere, al silenzio. Quello è rischioso e avventuroso.

Qual è stato il tuo viaggio più avventuroso?

Le variazioni Reinach. (un libro, ovviamente)

+ ARTICOLI

Giornalista culturale e autrice di testi ed adattamenti, si dedica da sempre alla ricerca di scritture, viaggi, tradizioni e memorie. Per dieci anni direttore responsabile del mensile "Carcere e Comunità" e co-fondatrice di "SOS Razzismo Italia", nel 1990 fonda l’Associazione Teatrale "The Way to the Indies Argillateatri". Collabora con diverse testate e si occupa di progetti non profit, educativi, teatrali, editoriali, letterari, giornalistici e web.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e statistici. Cliccando su "Accetta" autorizzi tutti i cookie. Cliccando su "Rifiuta" o sulla X rifiuterai tutti i cookie eccetto quelli necessari per il corretto funzionamento del sito. Cliccando su "Personalizza" è possibile selezionare quali cookie attivare.