Letteratura Inaspettata #71. Le lievi immagini dell’alba di Marisa Cecchetti

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Sono immagini dell’alba, di Marisa Cecchetti è una raccolta di racconti che nasce dalla memoria della vita quotidiana che fluisce con gli anni, con i decenni.

È una sorpresa questa scrittura lieve, questa capacità di raccontare armonie (e disarmonie) consuete come fossero scritte su una partitura musicale.
Musicale, infatti, è l’aggettivo che questi racconti risvegliano con la loro allure poetica.

Musicali, perché risuonano dentro e restano sempre positivi. Qualunque sia la realtà che raccontano.

In Marisa Cecchetti non c’è mai lamento per la vita che non accondiscende ai sogni o alle necessità. C’è, invece, sempre stupore e attenzione verso le cose, piccole o grandi che siano, e dietro a ciascuna si intravede la gioia del dono. La gratitudine di poter dare e ricevere, il rispetto per la libertà dell’offrire.

immagine per Letteratura Inaspettata #71. Le lievi immagini dell'alba di Marisa CecchettiE, dietro tutto questo parlare di regali, la sua voce non è mai leziosa. Anzi, si erge alle spalle dei grazie, dell’umiltà del ricevere, riuscendo ad essere analitica, profonda, incisiva e, spesso, critica con la realtà, con la società, con le mancanze, con i disastri.

A dare questa sensazione di pace è anche la lingua usata. Usa un linguaggio che combina accenni di un dialetto perduto con modi di dire, lessici familiari, sempre guidata dalla passione per la lingua, il meno possibile contaminata.

Gli scrittori come Marisa Ceccehtti sanno narrare quotidianità, dunque, e ricordi e pezzi di sé nascosti fra righe, camuffandoli con la storia immaginata.

La immagino appuntare su un quadernino (o in un angolo vivo della memoria) pezzi di giornata, momenti, incontri causali, ricordi improvvisi, frasi colte lungo i percorsi in campagna, per poi sedersi, gatto a fianco, a scivere per renderli la voce di tutti e per tutti.

Questa, d’altronde, è la scrittura.

La silloge è composta come un caleidoscopio, ad ogni rotazione si combina un’immagine diversa. Si inizia con un sogno per passare ad argomenti sociali come il volontariato o a riflessioni sociologiche su come la vita della campagna si sia trasformata attraverso la metamorfosi dei suoi abitanti, oppure si va dai ricordi all’immaginario.

Ogni storia rimane un percorso finito e, al contempo, trova il modo per lasciare spazio ad una nuova tessera che verrà accostata, quasi sull’ultima parola, alla storia precedente. Questo consente all’autrice di ricreare quel mondo che, pur se con caratteristiche diverse, tutti abbiamo racchiuso dentro.

Ed è questo conoscersi e conoscerci che rende queste storie luminose.

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Giornalista culturale e autrice di testi ed adattamenti, si dedica da sempre alla ricerca di scritture, viaggi, tradizioni e memorie. Per dieci anni direttore responsabile del mensile "Carcere e Comunità" e co-fondatrice di "SOS Razzismo Italia", nel 1990 fonda l’Associazione Teatrale "The Way to the Indies Argillateatri". Collabora con diverse testate e si occupa di progetti non profit, educativi, teatrali, editoriali, letterari, giornalistici e web.

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