La Cucina Eclettica di Juana Gorriti. A tavola nell’America latina dell’800

Empanaditas civettuole
Cucina eclettica, Juana Manuela Gorriti
Cucina eclettica, Juana Manuela Gorriti

“… Alle cinque di mattina riempite di latte a metà due contenitori di latta o di zinco come quelli dei lattai. Avvolgeteli nel cuoio di montone impregnato con una soluzione di acqua e salnitro e, in mancanza di questo, di sale; dopo averli messi sul dorso si un cavallo, fatelo trottare per circa 5 chilometri e, sempre al trotto, fatelo tornare indietro. Il latte -che avrete avuto cura di tappare molto bene stringendo il coperchio del recipiente- viene scosso come il mare in burrasca, trasformandosi in spuma che, salendo, riempie totalmente la parte vuota del recipiente mentre l’azione del ghiaccio congela la spuma. Dopo aver trottato per dieci chilometri, quando il cavallo sarà rientrato, appena tolti i tappi, due profondi contenitori accoglieranno le cascate di spuma congelata che, addolcite con zucchero e cannella, verranno portate in tavola per deliziare il palato dei gourmet, unici assaggiatori degni di tali squisiti manicaretti.”

Tranquilli, se non avete i cavalli, nè i contenitori da lattaio, nè il salnitro potete sempre continuare a leggere “La Cucina Eclettica”, il ricettario davvero speciale di Juana Manuela Gorriti edito da Nova Delphi Libri che vi porterà nel gusto internazionale della fine del XIX secolo.

Juana Gorriti nasce in Argentina nel 1818 nella provincia di Salta; è figlia di un generale eroe dell’Indipendenza, membro del Partido Unitario e discendente di una famiglia molto in vista, ma a soli quindici anni, per motivi politici deve lasciare la sua terra e trasferirsi in Bolivia dove si sposa, ha due figlie e divorzia dopo dieci anni trasferendosi ancora, questa volta in Perù. Qui Juana inizia a collaborare con numerose riviste, scrive libri e diventa molto famosa, ha altri due figli e continua a viaggiare per l’America Latina riconosciuta ed accolta ovunque come intellettuale di successo.

La fama di Juana Gorriti è dovuta soprattutto alla sua intraprendenza, al fatto che è una giornalista, che  fonda alcune riviste ed apre, per alcuni anni, un salotto letterario Las Veladas Literarias al quale partecipano i più noti artisti dell’epoca. Nel salotto si ascolta musica, si leggono testi, si recitano poesie e si parla di questioni politiche, sociali e culturali delle quali la scrittrice è molto appassionata, soprattutto per quanto riguarda l’educazione delle donne, che rappresenta un argomento fisso del suo salotto.
Il ruolo che la donna poteva rivestire nella società e nella famiglia, secondo Gorriti, rappresentava, infatti,  il principale motore dello sviluppo di un paese giovane di indipendenza al punto che, soltanto affrontando le tematiche legate alle donne, si sarebbe potuto costruire al meglio la nazione. Lei per prima, infatti, partecipa attivamente alle vicende storiche del Perù nella seconda metà dell’ottocento certa che, con la sua grande passione per la scrittura avrebbe potuto dare forma alla Storia Nazionale.
Ma nonostante i numerosi romanzi, i racconti e la sua capacità politica progressista, il libro più famoso di Juana Gorriti rimane il ricettario “Cucina eclettica”.

E’ un ricettario anomalo, probabilmente il primo libro di ricette dell’ America Latina (la moda dei ricettari si diffonde dagli Stati Uniti proprio in quegli anni), sicuramente un libro che è anche il risultato dei suoi contatti transnazionali.
Non è infatti Juana Gorriti a scrivere le ricette, ma se le fa spedire dalle intellettuali sue amiche e dalle loro famiglie. A ciascuno chiede di inviarle una ricetta che appartiene alla propria tradizione familiare o nazionale: Perù, Bolivia, Argentina, ma anche Italia, Spagna, Europa del Nord. La maggior parte dei suoi corrispondenti appartengono a famiglie aristocratiche (non a caso sono ricette che hanno bisogno di lunghe preparazioni e dunque necessitano di cuochi), ma molte altre rispondono anche al desiderio di coinvolgere la tradizione indigena, le classi inferiori, i migranti, l’europa e le tradizioni gauchesche.
In questo modo la scrittrice riesce a (ri)creare una comunità latinoamericana ed a mettere in risalto l’eterogenea varietà culturale argentina.

Sono ricette anomale, si diceva, perchè hanno un forte legame con la letteratura. Sono costruite come lettere o come piccoli aneddoti, raccontano vicende curiose, spesso legate alla vita di chi ha fornito la ricetta o a quella di persone realmente esistite e molto note all’epoca. Ad alcune di queste sono ispirati anche i titoli dei manicaretti.

Cucina Eclettica (l’aggettivo proviene molto probabilmente dallo stile architettonico in voga nelle Americhe in quegli anni, ovvero la mescolanza di stili dovuti alla multiculturalità) è un testo narrativo corale al servizio della cucina che si fa metafora della letteratura, perchè scrivere e cucinare sono trasformazioni della vita che spesso si confondono.  Ma soprattutto è una testimonianza storica, una raccolta di voci, un’importante compendio  di racconti orali che riesce ad inserirsi nella memoria storica non ufficiale.

 Le ricette sono scritte con un linguaggio semplice, lontano dallo stile dell’epoca, quasi contemporaneo. A tal proposito si narra che ogni volta che arrivavano delle ricette la scrittrice le consegnava ad una sua domestica che sapeva leggere e scrivere affinchè le ricopiasse e solo dopo le rileggeva. Una sorta di editing proletario che, probabilmente, ci consente di leggerle oggi con molta partecipazione.

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Giornalista culturale e autrice di testi ed adattamenti, si dedica da sempre alla ricerca di scritture, viaggi, tradizioni e memorie. Per dieci anni direttore responsabile del mensile "Carcere e Comunità" e co-fondatrice di "SOS Razzismo Italia", nel 1990 fonda l’Associazione Teatrale "The Way to the Indies Argillateatri". Collabora con diverse testate e si occupa di progetti non profit, educativi, teatrali, editoriali, letterari, giornalistici e web.

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