Parlare del silenzio nel mondo dei segni. Incontro con Rita Mazza e il Festival del Silenzio

immagine per Festival del Silenzio, Rita Mazza
Rita Mazza, ph. InaPhotography

Parlare del silenzio, della costruzione delle parole attraverso i segni. Un mondo ancora troppo parallelo che, a tratti si getta nel mondo del rumore e lo sorprende, perché è capace di farsi ascoltare senza altro che la forza di un simbolo, di un’intenzione dell’essenza della persona che lo crea nell’aria, fra i corpi, nella vicinanza.
Sta per prendere forma il Festival del Silenzio italiano, che si articola in forme diverse: teatro, arte, performance al fine di stupire e, attraverso la meraviglia, creare una reale integrazione e inclusione tra udenti e sordi, segnanti e non.

Il progetto nasce da un’idea di Fattoria Vittadini che organizza e promuove la manifestazione con l’obiettivo di offrire alcune tra le più significative proposte artistiche, prospettive scientifiche, pratiche ludiche e spirituali, istallazioni, percorsi esperienziali, questioni culturali e legato sociale al tema del silenzio.

Il Festival si svolgerà dal 16 al 18 marzo 2018, a Milano, alla Fabbrica del Vapore , con la Direzione Artistica di Rita Mazza, attrice e artista nativa segnante italiana con la quale abbiamo scambiato idee e conoscenze.

Cosa è il silenzio?

Silence has different meanings depending on what it is concerned. For some, it could be absence of any sound or noise. For others it could be ‘absence of reaction’ or ‘absence of something to not be showed up’. Sometimes, it even means ‘ serenity’, ‘peaceful and ‘calmness’ ‘…  |
Il silenzio ha significati diversi a seconda di ciò che è interessato. Per alcuni potrebbe essere l’assenza di qualsiasi suono o rumore. Per altri potrebbe essere “assenza di reazione” o “assenza di qualcosa che non viene mostrato”. A volte, però può anche significare “serenità”, “pace”, “tranquillità”…

In una società così permeata dal brusio in tutte le tonalità, smettere di parlare e cercare il silenzio sembra diventata una necessità. Ma a fare silenzio, ormai, si deve imparare. Qual è la proposta del Festival del Silenzio relativamente a questo? Cosa potrà imparare il pubblico udente?

Credo sia la mancanza di “ascolto” che ha reso la società rumorosa e spesso dimentichiamo che qualche volta dobbiamo fermarci e stare in silenzio per “ascoltare” e “vedere” altre cose che abbiamo oltre la lingua parlata o segnata, come ad esempio il linguaggio corporeo che è una forma di comunicazione non verbale ed universale più naturale ed antica degli esseri umani. ed è nata molto prima di ogni altra lingua. Con questo, Il festival del silenzio vuole offrire al pubblico la possibilità di assistere ed ascoltare le forme artistiche (performances) per la maggior parte visive e con uso corporeo e riuscire a capirle senza l’aiuto o senza per forza della lingua parlata\segnata.

Essere in grado di utilizzare una modalità espressiva differente dalla parola parlata, quanto accresce le possibilità di approfondire ciò che si vuole comunicare (una parola si getta facilmente via; un segno compitato con tutto il corpo sembra avere un tempo di elaborazione più meditato)?

La lingua dei segni viene composta da segni (come parole nelle lingue parlate) e possono essere descritte con forme visive e forme astratte e come ogni altra lingua parlata, ha una sua linguistica con regole grammaticali usando mani, espressioni facciali e spazio dimensionale misurato per esprimere frasi (sentence). Mentre il linguaggio corporeo composto anche con gesti è una forma più libera senza regole specifiche e può essere fatta da tutto il corpo e forse anche di elaborazione più meditata.

I segni linguisti e fonici possono essere considerati simboli, ovvero segni che consentono l’espressione di significati più complessi e, forse, più profondi. I simboli, fra l’altro si diceva che favorissero l’indipendenza perché, liberando dalla schiavitù delle parole, offrono la possibilità di un pensiero libero da costrizioni. È possibile vedere qualcosa del genere nella struttura della lingua dei segni? Chi la usa ha la possibilità di manifestare un pensiero più libero?

Nella lingua dei segni, essendo espressa nel canale visivo, c’è forse più possibilità di manifestare il messaggio più chiaro, preciso, diretto e anche veloce come ad esempio sono più specifiche e dettagliate le descrizioni ambientali, fisiche o racconto di situazioni o emozioni con meno equivoci. Spesso le persone (udenti) quando vengono a conoscenza o imparando la lingua sei segni ne restano affascinati proprio per questi benefici.

Sicuramente c’è la possibilità di sviluppare la creatività. Il bando che proponete vuole essere di supporto agli artisti che usano questo linguaggio. C’è uno scambio, un dialogo fra le creazioni linguiste e quelle che usano altre forme di comunicazione?

In Italia c’è pochissima accessibilità con la lingua dei segni e i nativi artisti segnanti pur essendo cittadini italiani non ricevono loro diritti per apprendere gli studi e le possibilità per loro son poche (pagando a spese proprie il servizio di interpretariato, non ci sono corsi di studio con la lingua dei segni). Con questo bando infatti vogliamo supportare gli artisti segnanti che sono ancora pochissimi ad avere pieno coinvolgimento per la loro carriera artistica.

Cosa ti aspetti da questo festival? Un risultato solo artistico o anche politico?

Il festival vuole stimolare una apertura mentale a diverse forme artistiche\performative e offrire l’arricchimento di conoscenze e scambio esperienze con il coinvolgimento di vari artisti rispettando il proprio lavoro artistico…

Il bando di partecipazione al Festival del Silenzio scade il 28 febbraio 2018.

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Giornalista culturale e autrice di testi ed adattamenti, si dedica da sempre alla ricerca di scritture, viaggi, tradizioni e memorie. Per dieci anni direttore responsabile del mensile "Carcere e Comunità" e co-fondatrice di "SOS Razzismo Italia", nel 1990 fonda l’Associazione Teatrale "The Way to the Indies Argillateatri". Collabora con diverse testate e si occupa di progetti non profit, educativi, teatrali, editoriali, letterari, giornalistici e web.

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