Non è facile raccontare la Poesia perchè è lei stessa che ci racconta il mondo e le sue alternanze, ma la poesia di Donatella Giancaspero è un racconto che traccia la strada.
Non è facile parlare di poesia. Spesso le parole si accavallano e annientano gli stati d’animo. Donatella Giancaspero, invece, per sua grazia (o forse per sua dannazione) come Arianna possiede il filo: la danza e il logos, le parole che sapienti che illuminano.
Nella silloge Ma da un presagio d’ali (Edizioni La Vita Felice) è la scrittura stessa ad offrire questa luce. Mai troppo intima con se stessa, entra leggera nell’intimità del lettore conducendolo ad offrirsi un nuovo sguardo, perchè le ore, i giorni, le stagioni, l’alternarsi della luce e dell’ombra che la lettura di questi versi evoca, non sono solo visioni del poeta, ma ci rispecchiano in una quotidianità fatta di frammenti per non dimenticare.
E, come in ogni incantamento, non si può fare a meno di rileggere, di ritornare a sfogliare tutte le possibilità che nascondono. Leggere e, appena dopo, rileggere i versi di Donatella Giancaspero è necessario. Ad ogni lettura, pur se il senso ci ha colpiti al primo istante, troviamo nuovi gradini per scendere o salire verso ciò che desideriamo.
E nessuna parola è fine a se stessa, usata per “fare poesia”. Nessun periodo è gettato lì senza riecheggiare le profonde radici del significato mutabile della parola. È questo ci appassiona perché ogni verso parla direttamente al lettore chiedendogli, senza paura, di riconoscersi nei suoi versi.
Giornalista culturale e autrice di testi ed adattamenti, si dedica da sempre alla ricerca di scritture, viaggi, tradizioni e memorie. Per dieci anni direttore responsabile del mensile "Carcere e Comunità" e co-fondatrice di "SOS Razzismo Italia", nel 1990 fonda l’Associazione Teatrale "The Way to the Indies Argillateatri". Collabora con diverse testate e si occupa di progetti non profit, educativi, teatrali, editoriali, letterari, giornalistici e web.
