Tu non sei Dio. Maura Gancitano e Andrea Colamedici: un nuovo modo di raccontare la spiritualità

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Anche se sono tutti intorno a noi, gli apostoli della spiritualità contemporanea (quella che solo pochi anni fa chiamavamo new age), vederli e conoscerli non è facile per tutti.

Diciamo che occorre interessarsi, appunto, di spiritualità o di filosofia, di psicologia, di ricerca interiore per potersi imbattere, e magari venire irretiti, da una miriade di pensieri, tecniche, recuperi di miti e leggende, guru, maestri, e fiumi di denaro che circolano attorno a queste arti.

Diciamo anche che non sono proprio alla portata di tutti (a meno che non si tratti di divinazione alla quale approdano letterati e illetterati in numero uguale), che occorre averne almeno conoscenza e soprattutto occorre farsi delle domande, cosa che – nella nostra epoca – è alquanto rara ed essere abbastanza semplici e candidi.

Ma, nonostante tutto ci sono e sono qui da un paio di secoli e anzi, probabilmente, nascono con Cartesio che con le sue teorie (io come pensiero distinto dal corpo) dà l’avvio a quello che conosciamo come dualismo, ovvero, all’irriducibile separazione all’interno dell’essere umano occidentale.

Ed ai conseguenti tentativi di riparare il dolore ed il danno che provengono da tutto ciò.

Quindi non si tratta più di un problema limitato a chi si occupa di spiritualità e affini. È la realtà in cui siamo immersi tutti. Anche se non ce ne rendiamo conto.

Tu non sei Dio – Fenomenologia della spiritualità contemporanea di Maura Gancitano e Andrea Colamedici (Edizioni Tlon) guida il lettore dentro la spiritualità contemporanea iniziando proprio da Cartesio e inoltrandosi per le diverse forme che ha assunto la ricerca individuale a seconda dei tempi e dei luoghi, delle mode, dei veicoli con i quali è stata divulgata, del potere avviluppante dei guru, delle necessità epocali e dei loro subitanei cambiamenti, etc.

La prima cosa che c’è da dire è che, personalmente, credo fermamente che tutte le simbologie, l’esoterismo, le sacralità delle diverse culture, le tecniche per comprendere, crescere e raggiungere un equilibrio che sia fuori dalle regole imposte, siano corrette, interessanti e culturalmente importanti.

Il problema sta nel come e nel quando si usano; il problema sorge quando vengono prese come medicine, come bacchette magiche per star bene senza alcuno sforzo, come passaporti per culture che non saranno mai la nostra. Insomma per essere felici senza fatica. Tranne, ovviamente, quella di dover sborsare cifre considerevoli per acquistare lezioni, incontri, massaggi, tisane, oli aromatici, pietre, altarini, incensi, Buddha, bottigline con liquidi colorati, ciondoli, braccialetti e chi più merchandising ha, più ne metta.

Tu sei dio! È una delle affermazioni che più spesso si incontrano fra i diffusori della spiritualità. Ti basta pensare positivo, ti basta recitare con ogni intenzione la formula dell’amore, del ringraziamento e del perdono che ti arriva una Jaguar fiammante sotto il portone (e trova pure parcheggio!).

Non è così eTu non sei Dio fa giungere il lettore passo dopo passo a questa constatazione che, per quanto amara e disilludente possa essere, è anche molto liberatoria perché ci pone di fronte ai nostri limiti di esseri umani e smaschera le vere motivazioni di tutti coloro che lo affermano .

In particolare mi piace riportare un brano del libro che tratta proprio di questo: “Io posso tutto, quindi creo ciò che voglio. Cos’è che posso volere a questo stadio di sviluppo? Desideri materiali, ordinari: un’auto, una casa, un telefono. Un viaggio, un amante, soldi. Riconoscere il Dio che sono senza aver prima visto e compreso il nulla che sono equivale a perdere opportunità reale di poter essere qualcosa di diverso rispetto alla mediocrità che senza dubbio si è. […]Una spiritualità che non sia fondata contemporaneamente sul riconoscimento della propria totalità e nullità e che sia diretta esclusivamente alla pienezza della propria divinità è – non ci stancheremo mai di sottolinearlo – lo strumento migliore che il potere abbia mai sviluppato per continuare a confermare se stesso. Il mercato spirituale produce costantemente acquirenti di realtà, desideranti e ossessivi che si illudono di creare ciò che altri hanno scelto per loro.”

Scritto con un linguaggio contemporaneo, esperto, ma anche ironico e fluido come un racconto, il libro ci mostra come le narrazioni diverse sono possibili e aprono zone di riflessione ancora incontaminate.
Per la spiritualità, certo, ma anche per tutti gli argomenti che movimentano i dibattiti odierni, che seguono sempre un copione già predefinito (dalla notizia al contraddittorio, dalla critica all’approfondimento, tutto secondo uno schema irrinunciabile, facile da apprendere e difficile da abbandonare).

Ogni pagina offre spunti e materiale per rielaborare la propria visione della spiritualità contemporanea, per farsi delle domande, per costruirsi alternative, per conoscere l’evoluzione, la storia solida e motivata di ciò che viene invece spacciato per “antico testo sacro”, “ritrovamento di codici sepolti”, “antichissima tradizione”, “formula proveniente dalle sepolture regali” e altre (finte) discendenze illustri. Ed anche qui – perdonate – ma è interessante vedere come solo se certificata dal passato una tecnica o una devozione possa essere accettata.
Ogni pagina, poi, offre anche la capacità di riconoscere l’inganno e di individuare i propri limiti, ma anche le possibilità, che sono più faticose e meno splendenti, ma che possono portare sulla strada giusta, magari su quella indicata nel mito della linea di Platone ovvero un percorso che affronti tutti i gradi di conoscenza, partendo dall’opinione, dallo sconosciuto, dall’imitazione, per giungere gradualmente ad un livello superiore, che comporta un “salto” quello dell’intuizione intellettuale. Dopodiché ci si troverà ad un livello in cui il mondo visibile (o sensibile) scompare del tutto.

Ma, anche solo per provarci bisogna saper fare delle scelte. E, soprattutto, essere liberi.

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Giornalista culturale e autrice di testi ed adattamenti, si dedica da sempre alla ricerca di scritture, viaggi, tradizioni e memorie. Per dieci anni direttore responsabile del mensile "Carcere e Comunità" e co-fondatrice di "SOS Razzismo Italia", nel 1990 fonda l’Associazione Teatrale "The Way to the Indies Argillateatri". Collabora con diverse testate e si occupa di progetti non profit, educativi, teatrali, editoriali, letterari, giornalistici e web.

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