Quando il peperoncino diventa grafica

Rossi, rossofuoco, neri, gialli, verdechiaro, verdescuro, banana, cioccolato, arancioni, violetti. Opachi, brillanti, con piccole venature, puntinati. Lunghi, corti, sottili, tondi, grandi, piccoli, infinitesimali, a cuore, a zucca, a corno, a grappolo, a spada, ricurvi. Piccanti, piccantissimi, estremamente piccanti, medi, dolci, aromatici, ornamentali…
Dall’Italia (centinaia) dalle Americhe, dal Cile, dall’India, dalle Antille, dal Bangladesh (i più piccanti al mondo), dall’Africa, dall’ Azerbaijan… sono i peperoncini, i “capsicum” e sono stati in mostra a Rieti, sotto le volte del Palazzo Papale, in occasione della (contestatissima)  Fiera Campionaria Mondiale del Peperoncino.
Servono a condire, a suscitare nuovi sapori, possono essere riempiti, sminuzzati, macerati nell’olio, mangiati in un campionato italiano (la campionessa in carica, Anna Greco, è arrivata a consumarne 750 grammi), sono belli a vedersi e, in uno sguardo di insieme diventano protagonisti di grafismi inaspettati. Piccanti. Contemporanei.

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Giornalista culturale e autrice di testi ed adattamenti, si dedica da sempre alla ricerca di scritture, viaggi, tradizioni e memorie. Per dieci anni direttore responsabile del mensile "Carcere e Comunità" e co-fondatrice di "SOS Razzismo Italia", nel 1990 fonda l’Associazione Teatrale "The Way to the Indies Argillateatri". Collabora con diverse testate e si occupa di progetti non profit, educativi, teatrali, editoriali, letterari, giornalistici e web.

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