La poesia che resiste #15. Questo ondulare della terra di Marisa Cecchetti

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Questo ondulare della terra di Marisa Cecchetti (Giovane Holden Edizioni) si presenta come una raccolta di poesie, ma bastano pochi respiri al suo interno per scoprire un volo di anime.

L’incontro e la confidenza fra due fratelli lontani e non più giovani in un’estate toscana, è l’impianto su cui s’innestano i versi: questa poesia somiglia ad una vite, dritta nel suo tronco, che poi si curva nei rami e nei tralci, per sorreggere il carico dei frutti.

Per sorreggere il carico del mondo, il carico di anni che nei futuri libri di storia saranno raccontati come scuri e senza speranza, lasciando ai posteri un immaginario fallato dalla distanza.

immagine per La poesia che resiste #15. Questo ondulare della terra di Marisa CecchettiAlterna, l’autrice, il racconto di affetti legati ad antiche perdite e allo stupore dell’infanzia e della natura con le notizie dolorose dal mondo che ha deciso di non piegarsi più all’umanità.

Siamo nel 2021 e gli incendi stanno distruggendo ettari ed ettari di boschi dalla Grecia alla Siberia passando per la California, il Canada, l’Italia. Come si potrà più stringere un patto con la nostra terra?

in quest’estate di roghi
che bruciamo boschi, campi e case
e animali
che distogliamo gli occhi
per rispetto e pietà
ronzano tardi gli elicotteri
mentre un vecchio tenta
di fermare il fuoco
con una frasca
picchiando

Questa poesia somiglia a un campo giallo di girasoli guardato da un poggio, mentre attorno sale la calura e si srotola l’estate fra pomodori da cogliere, agli da intrecciare, i fiori azzurri di radicchio e le tetre notizie l’Afghanistan ripiomba nel passato più crudele e, impotenti, assistiamo alla folle corsa per la salvezza, agli aerei assediati dalla fuga, ai neonati  passati, oltre la rete, da braccia di madre a braccia di soldato, per solo poter immaginare un futuro diverso.

in altra parte della Terra
un bimbo piccolo
un anno o forse meno
se l’è strappato
una madre
l’ha consegnato
ché viva -lui-
la foto l’ha fissato
sopra il filo spinato
di là dal filo a prenderlo
son mani di soldato
ma quelle non le vedo
americano

Un poemetto composto dal susseguirsi di visioni, una porta che mette in comunicazione tempo e spazio interiori e quotidiani e, nel breve respiro di quattordici canti, concede al lettore la grazia di una poesia dove la cura dei sentimenti e la scelta di parole sonore e antiche consente il passaggio.

Perfino il racconto delle vicende di quel 2021 così vicino e già così dimenticato non consente il cinismo politico che ormai ci accompagna ovunque. È compassione reale, partecipazione.

Le ali che dona il poemetto di Marisa Cecchetti ci fa più semplici e commossi.

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Giornalista culturale e autrice di testi ed adattamenti, si dedica da sempre alla ricerca di scritture, viaggi, tradizioni e memorie. Per dieci anni direttore responsabile del mensile "Carcere e Comunità" e co-fondatrice di "SOS Razzismo Italia", nel 1990 fonda l’Associazione Teatrale "The Way to the Indies Argillateatri". Collabora con diverse testate e si occupa di progetti non profit, educativi, teatrali, editoriali, letterari, giornalistici e web.

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