Letteratura Inaspettata #51. Santi, briganti, passanti. Fra ironia e contemporaneità i racconti di Salvatore Di Gigli

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La raccolta di racconti Santi, briganti, passanti (Storia di gente comune e di gente non comune) di Salvatore Di Gigli (Kinetés edizioni) apre molte strade. Almeno otto, quanti sono i racconti che contiene, anche se molte altre se ne trovano dentro ogni narrazione.

Lo stile è contemporaneo, asciutto, ironico quanto basta per accendere la necessità (oltre al desiderio) di scoprire cosa avverrà pagina dopo pagina. Le storie offrono rispecchiamenti, riflessioni, sogni, antiche emozioni, nostalgie; a volte i cambi di scena hanno una potenza teatrale, altre volte il discorso scorre, attraverso le sliding doors della quotidianità, verso la sua conclusione con una naturalezza coinvolgente che placa le inquietudini.

immagine per Santi, briganti, passanti (Storia di gente comune e di gente non comune) di Salvatore Di GigliPerché di inquietudini alcuni dei racconti della raccolta ne suscitano davvero, come quello della veggente, o quello della rapina sventata, o della brigantessa del web e per ognuna di queste c’è una pacificazione che si declina fra il sorriso e la scoperta di inimmaginati significati nascosti.

Più feroce e scarnificata, invece è la storia di Michelina De Cesare, la famosissima brigantessa moglie di Francesco Guerra, uno degli utlimi briganti postunitari. L’autore immagina l’interrogatorio finale di Michelina, reinterpretando gli atti ufficiali, come un dialogo di accusa e dolore e pone l’accento sulle nefandezze perpetrate nel meridione dopo l’Unità d’Italia.

È sapiente e avvincente Di Gigli quando della “storia vera” fa letteratura o quando elabora le emozionanti ri-narrazioni delle storie evangeliche come  la nascita di Gesù e la storia di Lazzaro. Le compone come favole per ragazzi e così riesce a farci sentire presenti, anche a distanza di millenni, a donarci la possibilità di essere spettatori illuminati da qualcosa di estremo, da qualcosa che il futuro di allora già mette in dubbio, di eventi e movimenti interiori che non è possibile arginare.

Infine c’è Abbandono, il racconto che ha vinto Premio letterario internazionale Antica-Pyrgos, nel quale, alla fine, emozioni e significati si rovesciano nella banalità della vita, nell’inconsistenza della morale, nella finzione del desiderio.
È il racconto di una storia forse d’amore, è una narrazione che usa piani cinematografici, passando dal campo medio, al primo piano fino ad approdare ad una soggettiva che permette di ribaltare ciò che sembrava chiaro e reale. Uno sberleffo a quella poesia che tutti sognamo di avere nella vita.

E la gente comune del libro ci svela tutte le possibilità, tutte le finzioni, tutte le meraviglie, tutte le strade che ci sono date nella nostra vita di Santi, briganti e passanti alla ricerca di risposte e di forza.

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Giornalista culturale e autrice di testi ed adattamenti, si dedica da sempre alla ricerca di scritture, viaggi, tradizioni e memorie. Per dieci anni direttore responsabile del mensile "Carcere e Comunità" e co-fondatrice di "SOS Razzismo Italia", nel 1990 fonda l’Associazione Teatrale "The Way to the Indies Argillateatri". Collabora con diverse testate e si occupa di progetti non profit, educativi, teatrali, editoriali, letterari, giornalistici e web.

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