Più Libri Più Liberi #18. La grande festa di chi ama le storie

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Più Libri Più Liberi nella Nuvola

Più Libri Più Liberi si è concluso con un grande successo di pubblico. Con interminabili file all’ingresso, ai bar, ai bagni, alle scale mobili che portano dentro l’auditorium principale.

Con meravigliosi editori che si sono sobbarcati a pagare prezzi ben più alti di quelli del Palazzo dei Congressi per i loro stand, ma che hanno avuto ottimi risultati e questo ci apre il cuore.

In verità, se anche fosse vero che la metà dei 100mila visitatori sono venuti solo per vedere la Nuvola di Fuksas, tutti indistintamente sono stati raggiunti dall’energia dei libri e quelli di loro che si sono sentiti curiosi di fendere gli spazi editoriali e di soffermarsi fra volumi nuovi e vecchi, hanno avuto miracolose sorprese.

La messe delle pubblicazioni inaspettate, particolari; le riscoperte di autori d’antan, di culture diverse, di scritture al limite della follia, più oltre la distopia; le altre facce del thriller, i gialli della belle epoque, i racconti dall’Albania, i graphic novel sempre più simili a universi paralleli, tutto questo ha fatto – quest’anno più che mai – della Fiera della Piccola e Media Editoria un luogo di incontri su nuovi piani, interessi, visioni del futuro.

Gli editori, dicevamo sono stati contenti. Alcuni hanno potuto fornire numeri abbastanza impressionanti, altri, per la prima volta in Fiera, sono stati travolti dall’affetto di centinaia di lettori.

Fra le piccolissime case editrici mi piace ricordare Racconti, giovanissima start up editoriale che pubblica solo short stories, e propone autori da mondi se non sconosciuti, decisamente poco frequentati, almeno letterariamente nel nostro paese: da Mia Alvar che racconta le sue Filippine contemporanee riuscendo a far sembrare normali anche le cose più incredibili per un occidentale all’India di Altaf Tyrewala; dal giramondo irlandese Philip Ó Ceallaigh all’Albania di Elvis Malaj in attesa di leggere, nel prossimo anno, qualcosa di ancora più speciale.

E poi Graphofeel con le riscoperte di autori che hanno fatto la storia e non solo della letteratura, con i romanzi storici che narrano di eventi e avventure ai quali ognuno di noi avrebbe voluto partecipare, con i piccoli flash di cultura ebraica o di cucina inaspettata anche in un mondo colonizzato dagli chef.

Di case editrici che sanno sorprendere ce ne sono molte, Nova Delphi, ad esempio, o Coazinzola Press che affonda la ricerca dei suoi autori in un universo che, davvero, andrebbe frequentato di più, o la visionaria Carbonio dove si possono trovare storie che fanno la differenza con la letteratura come finora l’abbiamo intesa.

Ma dovrei elencarle tutte, o quasi. Lascio l’ultimo pensiero affascinato per Tlon, che parte dall’idea di una ricerca sulla filosofia e sulla spiritualità per aprire innumerevoli possibilità, porte, dibattiti culturali, incontri diretti, narrazioni per indicare strade nascoste, autori che si cimentano in nuove proiezioni di realtà o nella negazione della stessa.

Sempre con una visione che possa ricondurre all’autodeterminazione, alla capacità di pensare, alla consapevolezza politica, alla gioia di poter esserci e di saper pensare.

E tutto questo significa che, per chiunque ami sognare leggendo storie che prendono il cuore, c’è un tempo nuovo da vivere in attesa di un nuovo momento di kermesse.

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Giornalista culturale e autrice di testi ed adattamenti, si dedica da sempre alla ricerca di scritture, viaggi, tradizioni e memorie. Per dieci anni direttore responsabile del mensile "Carcere e Comunità" e co-fondatrice di "SOS Razzismo Italia", nel 1990 fonda l’Associazione Teatrale "The Way to the Indies Argillateatri". Collabora con diverse testate e si occupa di progetti non profit, educativi, teatrali, editoriali, letterari, giornalistici e web.

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