Il Festival di Fotografia di Castelnuovo di Porto. I come e i perché, il Paesaggio e l’Abitare. Intervista a Elisabetta Portoghese

Il Festival di Fotografia di Castelnuovo di Porto, a pochi chilometri da Roma, giunge alla sua ottava edizione, quest’anno funestata dal Covid 19, dalle sue limitazioni e da una connessa crisi che ha colpito praticamente tutte le attività imprenditoriali e i progetti culturali non solo in Italia. Di questo crollo, non solo economico, ha risentito un settore già pieno di articolata problematicità come quello delle Arti visive, senza tralasciare  la Fotografia che in massima parte si nutre di viaggi e di  un libero movimento esplorativo per scattare, pratica che il lockdown e una inevitabile prudenza hanno prima inibito e attualmente normato e rallentato.

In questo senso, considerando anche l’attuale situazione in corso, che ha cambiato la quotidianità, il significato della vita privata e sociale delle persone, la consapevolezza del presente e la prospettiva sul futuro e, più fortemente, la percezione del nostro rapporto con che il mondo che abitiamo, ebbene: il tema portante del Festival sembra quanto mai attuale; infatti: Abitare come misura del paesaggio, significa analizzare al meglio, più profondamente, direi, e proprio attraverso lo sguardo fotografico, come la modalità e quindi la forma dell’abitare è cambiata e/o deve cambiare all’interno della trasformazione dei luoghi contemporanei in relazione con l’ambiente.

Come sottolinea la Direttrice artistica della kermesse, Elisabetta Portoghese:

“Le opere esposte e le iniziative vogliono da un lato portare una riflessione sulla Fotografia contemporanea, dall’altro dare un segno, diventando, anche, il simbolo di una cultura che vuole resistere nonostante il momento difficile che tutti noi stiamo vivendo.”

Chiediamo a lei di raccontarci tutto dall’inizio: come è nata l’idea di dare vita a un nuovo, ulteriore Festival della Fotografia, più di otto anni fa?

“Questo festival nasce inizialmente dalla scoperta e dalla voglia di indagare il paesaggio del territorio a nord di Roma e da un viaggio su un treno che, seppur sconquassato, partendo dal cuore della Roma barocca, costeggiando il corso del Tevere, capannoni, ripari fatiscenti e rive abbandonate che si fanno discariche a cielo aperto, si inoltra con i suoi binari nella splendida natura del parco di Veio dove ancora è forte la memoria della presenza etrusca e romana.  Un viaggio nelle pluralità del paesaggio che offre la  città di Roma dal centro alla periferia a dove si fa margine incerto e ancora oltre. Con il passare degli anni e con un input poetico di volta in volta diverso – da Italo Calvino a Jorge luis Borges, da Giorgio Caproni a Wole Soyinka a Cesare Pavese – abbiamo voluto indagare le forme del paesaggio e le sue relazioni e contaminazioni con la società, le arti e la letteratura. Il paesaggio delle grandi emergenze ambientali, il paesaggio in movimento delle grandi migrazioni, il paesaggio interiore, il paesaggio della memoria, il paesaggio del confine e il senso del suo attraversamento.”

Tutto attraverso il linguaggio Fotografico, dato che stiamo parlando di un Festival di settore… Ma come, secondo te, la Fotografia può raccontare questo in  modo peculiare, e differentemente da altri medium?

“Il nostro è un Festival diverso perché non è di settore, ovvero è di Fotografia ma attraverso questa vuole leggere anche il contemporaneo, dall’arte alle tematiche sociali. E’ una kermesse di contaminazioni. Ad esempio qui non intervengono solo esperti e autori di settore ma anche architetti, scrittori, poeti, giornalisti… in un confronto pluralistico sul tema o i temi da affrontare”.

A tal proposito, quest’anno lo avete impostato su un’argomentazione molto attuale:, il paesaggio, l’abitare, l’abitarlo… La riflessione che deriva è articolata e c’è una urgenza nell’affrontarla…

“Sì, quest’anno il paesaggio dell’abitare, di chi abita e di chi vorrebbe una casa dove stare e  sul ruolo che la forma dell’abitare assume nella trasformazione della città contemporanea a la sua relazione con lo spazio pubblico e l’ambiente.”

Come definiresti questa tua creatura?

“Un festival indipendente, curioso e un poco flâneur aperto alle collaborazioni: quest’anno, ad esempio,  con le Accademie di Cultura in Italia e le Università; è diventato , quindi, molto più internazionale, senza, tuttavia, trascurare  il dialogo con le realtà sociali e le associazioni del territorio, realizzando negli anni progetti fotografici con i migranti residenti in una grande struttura ormai chiusa o i laboratori con i ragazzi delle associazioni per l’inclusione sociale.”

Raccontaci di come è strutturato in questo ottobre 2020…

“Quindici mostre di fotografia d’autore, numerosi incontri e presentazioni, due contest, partner italiani e internazionali nel campo dell’editoria, dell’architettura, dell’ informazione, delle gallerie d’arte, delle scuole di fotografia e egli istituti di cultura stranieri in Italia. Il programma, con un fitto calendario di appuntamenti, negli anni è divenuto sempre più ampio puntando soprattutto alla qualità dell’offerta.”

PROGRAMMA QUI

Info

  • CASTELNUOVO FOTOGRAFIA | Ottava edizione del festival internazionale  di fotografia e arte contemporanea
  • IN | OUT Abitare come misura del paesaggio
  • Direzione artistica: Elisabetta Portoghese, architetto e curatrice
  • Dal 3 all’11 Ottobre 2020
  •  Castelnuovo di Porto (RM)
  • Sede Rocca Colonna e Borgo medievale
  • Orari Sabato 3 e Domenica 4 Ottobre 2020 10:00-13:00/ 15:00 – 20:00
  • Durante la settimana visite su prenotazione scrivendoci all’indirizzo email: castelnuovofotografia@gmail.com
  • Weekend di chiusura: Sabato 10 e Domenica 11 Ottobre 2020 – Orari 15:00 – 19:00
  • Durante la settimana visite su prenotazione scrivendoci all’indirizzo email: castelnuovofotografia@gmail.com
  • Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito.
  • Contatti castelnuovofotografia@gmail.compress.castelnuovofotografia@gmail.com
  • www.castelnuovofotografia.it
  • La manifestazione è realizzata dal Comune di Castelnuovo di Porto e curata dall’associazione culturale DIECIQUINDICI con la direzione artistica di e il comitato scientifico composto da Michela Becchis, Manuela De Leonardis; con Fulvia Polinari Consigliera comunale con delega ai beni culturali
  • Press office : Sasha Taormina press.castelnuovofotografia@gmail.com
  • Grafico e Art Director: Simone D’angelo; Videomaker: Andrea Arena; Documentazione fotografica: Matilde Cenci; Organizzazione tecnica: Tommaso Bastianelli

 

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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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