Mario Airò. La poetica dell’immaginifico porta luce nella laguna di Orbetello in Maremma

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Watercolour, Mario Airò. Laguna di Orbetello

Mario Airò è nato a Pavia nel 1961 e ha studiato a Milano all’Accademia di Belle Arti di Brera, frequentando le lezioni di Luciano Fabro; proprio in questo periodo, con altri artisti della sua generazione, ha animato lo spazio autogestito di Via Lazzaro Palazzi nella prima metà anni Novanta e dove, nel 1989, ha editato una sua rivista Tiracorrendo.

Fondamento della sua investigazione è lo spazio, che viene ogni volta reso atmosfera, trasformato in ambiente immaginario e poetico ogni volta diverso, organizzato con elementi differenti capaci di dar vita ad associazioni misteriose e ad attivare il sistema mnemonico,

La forza coinvolgente e avvolgente delle sue installazioni e delle sue altre opere è aumentata anche grazie all’uso di musica, luce, tecnologia, di riferimenti cinematografici e, spesso, di un rapporto con la Natura.

La sua ricerca è quindi anche  linguisticamente strutturata sulla contaminazione, appunto: sia formale ed estetica, sia poetica e culturale; tutto ciò, animato dall’innesco calibrato di una certa dose di ambiguità, da un carattere evocativo, da una generale principio antigerarchico e da un’essenzializzazione quasi animistica, concorre a sollecitare, negli spettatori, la disponibiltà a fare esperienza attraverso l’arte, a liberarsi da ogni nozione precostituita, ad esplorare “gli infiniti elementi della percezione” per guardare la realtà da una prospettiva alternativa, andando a toccarne quelle profondità nelle quali (ri)trovare anche una parte di se stessi: quella più sopita, silente e  probabilmente più pura (archetipica?).

Una sua nuova opera è ora fruibile e torna ad azionare tutto ciò: un accattivante intervento appositamente progettato per l’eccezionale paesaggio della laguna di Orbetello nei pressi dell’Antico Mulino Spagnolo.

Watercolour è, come spiegano dall’organizzazione, e come è indicato dal testo di Massimo Mininni:

“Un atto di trasfigurazione attraverso un possente raggio laser si attiverà ogni giorno dal crepuscolo fino a notte fonda con l’intenzione di mostrare l’energia monumentale della laguna attraverso disegni dinamici proiettati sull’acqua che entreranno in relazione diretta e casuale con il panorama e le bellezze naturalistiche dell’area. Tracce asemantiche di luce in movimento saranno quotidianamente a contatto con la superficie immobile della laguna, rendendola protagonista e opera d’arte essa stessa”.

Cliccando su queste coordinate potrete individuare il punto da cui osservarla.

L’installazione luminosa – un segno verde di collegamento, richiamo, tracciamento – è oggettivamente bella, d’atmosfera, forse un tantino semplice rispetto alla complessità poetica ed estetica a cui ci ha abituato Airò, però funziona come dispositivo che attiri il pubblico dentro il gioco serio dell’arte.

Sperando che tutti colgano non solo la grammatica visiva condivisa dall’artista ma anche la delicatezza e fragilità di una Natura sempre più martoriata dall’Uomo, indifferente alla sua rovina: di entrambi, quella della Terra e di chi la abita, essere umano per primo.

Info

  • Mario Airò | Watercolour
  • testo di Massimo Mininni
  • Dal 31 luglio al 31 agosto 2021
  • Antico Mulino Spagnolo, Laguna di Orbetello, Maremma, Italy
  • Il progetto è stato possibile grazie al supporto di MAG broker di assicurazione e al patrocinio del Comune di Orbetello
  • www.hypermaremma.com
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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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