Dopo lo scandalo in Tv, Venghino, Siori Venghino. Blitz di Iginio De Luca alla Galleria Nazionale di Roma

o no? Non è, questo, un quesito legato all’imminente, divisivo referendum sulla nostra Costituzione bensì, e proprio in tempi di votazione e di schieramenti, una presa di posizione a favore dell’Arte. L’artista Iginio De Luca ha detto, nel suo specialissimo modo,  alla cultura e all’intelligenza di chi gestisce la Galleria Nazionale di Roma NO alle scorciatoie di facili e dozzinali trovate. Come il migliore dei venditori ambulanti, l’artista, il cui lavoro da guastatore immaginifico principalmente consiste in interventi provocatori, resistenziali e critici, in forma di bliz artistici, ha parcheggiato (25 novembre 2016) un camion-vela, di quelli solitamente pubblicitari, davanti la Galleria Nazionale di Roma – ex GNAM – a Valle Giulia. E ha agito da par suo.

La molla scatenante è un accadimento che ha dell’incredibile, tanto si è rivelato triste e trash: il 19 novembre scorso, nella trasmissione Tu si que vales – in onda in prima serata su Canale 5 – di Maria De Filippi, l’artista Paco Cao e la nuova direttrice della Galleria Nazionale di Roma, Cristiana Collu, hanno promosso un concorso di bellezza: il Museum Beauty Contest. Su cosa? Su 70 opere della collezione della Galleria, tirate dentro questa gara imbarazzante. Amiamo le rivoluzioni, l’abbattimento delle barriere tra Alto e Basso, lo scardinamento dello status-quo e dell’accademismo polveroso e, insomma, tutto un’agire che caratterizza, solitamente, l’Arte vera e il suo mondo. Ma non sempre tutto funziona ed è efficace e onesto intellettualmente: questa trovata non lo è stata, non lo è. Quelle belle opere, come nei più squallidi concorsi dalla superficialità e mercificazione dominante, sono state equamente divise tra soggetti maschili e femminili, ritratti presentati e confidenzialmente titolati con i nomi dei soggetti raffigurati, quasi come persone della porta accanto.

Afferma De Luca, e con lui le persone che lo hanno aiutato in questa ironica – o meglio: caustico – perform/azione:

“Questa è l’ultima mossa della direttrice Collu che, dalla sua nomina, sta tentando di rinnovare fisicamente e mediaticamente la funzione di un’istituzione così importante.”

I concetti che più si affiancano a questo presunto rinnovamento, dovrebbero essere apertura, svecchiamento, rivoluzione e democrazia. Qualcosa di cui l’ex GNAM aveva bisogno ma non a scapito della correttezza filologica e della dignità di un’Istituzione che dovrebbe rappresentare l’Italia, la sua Storia, l’Arte e la Cultura e che, semmai la Collu avesse potuto e saputo, poteva arrivare ad essere ravvivata e sovvertita seguendo le altezze di un Totò ma non certo le bassezze di suoi pallidi epigoni da sottobosco, televisivo e bassamente mercantile.

“Ma già nell’azzeramento cronologico e cromatico delle sale si paventa il rischio di un appiattimento che uniforma l’allestimento divenendo più la regola che la novità. Ora, però, nella trasmissione della De Filippi c’è l’apparizione coatta e mortificante su cavalletti di sei delle settanta opere candidate che, mostrate come nelle migliori televendite degli anni ’80 (parodiate anche dal famoso Guzzanti/Mutandari), sottraggono volgarmente ogni dignità e prestigio agli artisti nominati, riducendoli a squallida merce (…).

La democratica strategia avviata dalla direttrice sta rottamando la Galleria verso una caduta di stile che, grazie alla maldestra e superficiale gestione, si sta piegando al consenso indistinto e al denaro.”

Così Iginio De Luca, come un vetusto venditore ambulante di merci all’ingrosso è salito su un camion su cui ha montato una grande foto della trasmissione della De Filippi con tanto di logo di una delle televisioni d’arte commerciale, asta televisiva per eccellenza: Telemarket. Un collage significativo e, in generale, un happening  con slittamento tra specifici diversi e linguaggi…  con una scena clou: imbracciato il megafono, a voce spiegata, l’artista ha elencato una per una tutte le opere candidate a questo anomalo concorso, senza dimenticare di intonare, ogni tanto, a sorpresa, un popolare richiamo: “venghino siori venghino!”. Triste colonna sonora di una scelta scellerata e, ci dice De Luca, “che sembra calzare a pennello per la nuova strategia della Collu”. In un’Italia sempre più cialtrona, immiserita, buia, privata dei suoi cervelli…

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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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