Arte Natura Agricoltura. Alberto Garutti per Ca’ Corniani – Terra d’avanguardia nella Genagricola vicino Venezia

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Alberto Garutti

Il rapporto tra Uomo, Natura e Arte è ha una storia lunga e consolidata e nella narrazione più conosciuta fa emergere i tanti progetti storici di Land Art; ultimamente, oltre a mostre e convegni che hanno trattato il tema, è uscito per Skira il volume Naturans. Il paesaggio nell’arte contemporanea, di Angelo Capasso, che ne riassume molta storia e ne indica i tanti postulati dalla seconda metà dell’Ottocento al Novecento, fino alle sperimentazioni più attuali.

Nel più specifico rapporto tra Uomo, Agricoltura e Arte le esperienze che ricordiamo con maggiore facilità sono, tra le tante, quella di Gianfranco Baruchello e della sua Agricola Cornelia S.p.A – (1973-1981) – esempio di agro-politica riuscitissima e ancora oggi imprescindibile per tanti artisti anche più giovani.

Ovviamente, le declinazioni del connubio tematico sono tantissime, e una di queste, orientata alla valorizzazione paesaggistica combinata con l’agricoltura attraverso l’arte, appunto, è il recente progetto Ca’ Corniani – Terra d’avanguardia sviluppato nella storica tenuta di Genagricola: 1770 ettari di estensione nell’entroterra di Caorle, in provincia di Venezia, per quella che è una delle più grandi aziende italiane del settore.

L’iniziativa, promossa da Generali Italia, nell’ambito dell’iniziativa Valore Cultura, vede Alberto Garretti  (https://www.albertogarutti.it) vincitore del concorso internazionale, ideato da Andreas Kipar, proporre tre opere d’arte contemporanea in sito, e la cui realizzazione è stata affidata a Eight Art Project con la curatela artistica di Elena Tettamanti e Antonella Soldaini.

Tre opere per le tre Soglie di accesso alla tenuta: un ampio tetto dorato per un antico casale abbandonato, così valorizzato; una scritta fatta di led, una sorta di “didascalia al cielo” che si accende a ogni fulmine che cade in Italia – il tutto collegato con il CESI (Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano) – aggiungendo un significato altro a un fenomeno naturale e facendo della casualità e banalità di un accadimento metereologico qualcosa di esemplare; infine, sculture figurative quasi tradizionali se non fossero dei ritratti dei cani e dei cavalli che vivono in uno dei poderi.

In questa sua nuova, riuscitissima prova, imponente e allo stesso tempo non invasiva, non troppo colonialista rispetto al paesaggio, allestendo tre opere pubbliche permanenti, ha dato corpo a un percorso collegato, una sorta di transumanza nei 5 km di strisce di impollinazione, 7 km di filari arborei e tra storiche infrastrutture da recuperare conservativamente

Garutti non è nuovo a simili applicazioni poetiche e visive in spazi aperti, talvolta urbani altre volte più verdi, in cui ogni volta costruisce tentativi di avvicinamento del pubblico all’arte attraverso la generazione di dispositivi estetico-concettuali capaci di restituire il senso d’appartenenza alla comunità; associa quindi l’arte all’Ecologia riuscendo a conciliare due apparenti opposti: il valore originario e il senso mistico, imprevedibile e impenetrabile della Natura e un aspetto scientifico-tecnologico dell’uomo culturale e artista.

Le opere si percepiscono in modo diretto ma, come sempre Garutti fa, con l’aggiunta di una significativa, divulgativa didascalia che aggiunge un tassello di senso, etico, civile, politico, a ogni sua creazione.

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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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