Arte Compressa #80. L’inevitabilità sociale dell’arte. Giulio Delvè e Pastocaldo

immagine per Giulio Delvè
Giulio Delvè, Pastocaldo, 2019 - Installation View, ADA, Roma.

Nell’attuale situazione sociale, etica e politica che stiamo vivendo, non solo in Italia – ovviamente, guardando lontano – ma a livello mondiale, in un contesto oscuro, di fragilità e precarietà, la Cultura assume un ruolo importantissimo, pur se non ababstanza inteso collegialmente, e l’arte visiva un  peso e un significato enormi grazie alla sua potenza liberatoria e sovversiva; è l’arte che ci può indicare punti di osservazione non omologati sulla realtà, altre vie da percorrere, nuove attitudini.

“La pratica artistica si converte così in un filtro, uno strumento essenziale attraverso il quale analizzare la realtà circostante, che diviene materia e argomento di un’indagine oggettiva sulle pratiche sociali.”

In quest’ottica si muove Giulio Delvè (Napoli, 1984) nei cui lavori – dove mescola scultura, installazione, fotografia e anche la performance – la realtà circostante assume un ruolo etico ed estetico concretizzandosi nella forma di oggetti cercati, rielaborati, reinterpretati, riposizionati all’interno di uno spazio – e di un concetto – e quindi rifunzionalizzati e in cui della realtà di partenza restano le qualità evocative: fortissime e ambigue.

Il suo linguaggio è dunque poetico e politico che si fa strada tramite una modalità evidentemente manipolatoria capace di “accompagnare” il fruitore “oltre il livello di superficiale osservazione” dell’esistente, “stimolando la comprensione di nuovi significati associati all’oggetto e indicando un sistema di pensiero alternativo”.

Così, l’artista mette fondo al suo vasto mondo simbolico in cui precipita l’oggetto-opera da cui esso riemerge nuovo, potente, altra cosa rispetto al suo stato iniziale, “aperto” – Umberto Eco docet – e si fa catalizzatore di nuovi significati, quindi innesco di sovversione.

Dopo l’esperienza espositiva al MADRE di Napoli, che personalmente ho visto e apprezzato, la sua ricerca artistica sembra svilupparsi ulteriormente; si è, cioè, focalizzata – come ci confermano da ADA, dove è in corso la nuova personale dell’artista, dal titolo Pastocaldo – sullo studio e la resa di “pratiche di autorganizzazione e di autogestione collettiva: strategie di sopravvivenza ed economie alternative sviluppatesi dal basso, in risposta alle dinamiche sociali e ai fenomeni di marginalità, che governano i contesti gentrificati e che si manifestano all’interno dei nuclei sociali maggiormente segnati da difficoltà.”

Dunque, in Pastocaldo gli aiuti FEAD, messi a disposizione dalla Comunità Europea per le famiglie indigenti, sono riorganizzati, dopo attenta analisi, assumono nuovi significati, funzioni e possibilità: “i diversi formati di pasta sono cotti e assemblati, fino a convertirsi in gioielli, successivamente riprodotti con microfusioni in ottone e indossati da modelli in jesmonite. Così come il packaging e la grafica utilizzati per identificare i FEAD, sono trasformati in elementi testuali, sviluppati su paramenti in PVC.”

Info mostra

+ ARTICOLI

Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e statistici. Cliccando su "Accetta" autorizzi tutti i cookie. Cliccando su "Rifiuta" o sulla X rifiuterai tutti i cookie eccetto quelli necessari per il corretto funzionamento del sito. Cliccando su "Personalizza" è possibile selezionare quali cookie attivare.