Damien Hirst da Gagosian a Roma, Forgiving and Forgetting e tutto ciò in cui vuoi credere

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Nella sede capitolina della galleria Gagosian, è in corso Forgiving and Forgetting, nuova mostra di Damien Hirst, in concomitanza (per nulla casuale!) con la grande, e per molti controversa, esposizione alla galleria Borghese di Roma Archaeology Now (sino al 7 novembre 2021).

Hirst, da tempo affrancatosi dall’etichetta e gruppo londinesi noti dal 1988 come Young British Artists (YBAs), porta qui lavori nuovissimi accanto ad altre opere precedenti creando un percorso molto equilibrato ed essenziale nonostante la sovrabbondanza e l’horror vacui tipici dell’artista.

Ma andiamo con ordine: i Reverence Paintings sono grandi dipinti materici e con le pennellate dense e tondeggianti che creano una sorta di campionatura pittorica tout court; qui, in cui il bianco prevale accogliendo tocchi di foglia d’oro zecchino, che richiama le icone sacre e più ampiamente l’arte antica, e facendo da base portante a tondi di colori tenui, con qualche tratto più perentorio, fuori dalle regole della macchia e  dentro la tradizione dell’Action Painting e della più europea astrazione materico-informale.

La superficie non è mai piatta e lo spessore dato dal denso colore aggiungono al tutto un leggero dinamismo percettivo che, per la verità, la storia dell’arte pittorica ben conosce e ha espresso…

A dominare e sovrastare tutto sono, però, le sculture, di datazione differente e parte dell’ampio ciclo Treasures from the Wreck of the Unbelievable, narrazione fantastica ma apparentemente credibile intorno a un immaginario naufragio e al ritrovamento dei suoi fantasmagorici, allusivi reperti.

Come nello stile di Damien Hirst, anche qui si materializza il multiforme e ogni caratteristica della ricerca dell’artistar, con opere che intrecciano tutti i suoi codici e temi, basati sull’ipertensione, il perturbante, la provocazione, la parodia e soprattutto le contrapposizioni – non facilmente digeribili – tra vero/falso, vita/morte, bellezza/disgusto, verosimile/incredibile, ridondanza/rigore formale, originale/parodia, antico/moderno…

Emerge anche qui il suo gusto baroccheggiante e spinto verso il kitsch ma anche – ed ecco un altro dualismo stupefacente – uno spiazzante richiamo alla serenità, all’ideale, alla purezza e misura e all’equilibrio neoclassici (anche per l’uso del marmo rosa del Portogallo e bianco di Carrara) che parossisticamente ritroviamo in sfingi, gruppi scultorei classicheggiani, mascheroni orientali tanto quanto in vari Mickey Mouse, Minnie, Paperini e Paperine e in tutto un immaginario pop waltdisneyano levigatissimo ma corretto – corrotto, o ravvivato! – da concrezioni, coralli, incrostazioni marine…

Natura subacque e Cultura commerciale e mainstream si rincorrono e, per la verità, non sappiamo con quale risultato finale, probabilmente lasciato aperto, alla nostra riflessione e immaginazione…

Del resto, ce lo dice l’artista, lapidario, che tutto, ma proprio tuttodipende da ciò in cui vuoi credere”.

Tutte le foto by Paolo Di Pasquale per artapartofcult(ure) – courtesy Gagosian Gallery / Damien Hirst

Info

  • Forgiving and Forgetting |Damien Hirst
  • dal 6 luglio al 23 ottobre 2021
  • Gagosian Galley Rome – Via Francesco Crispi 16, Roma
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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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