Skin Taste, un altro muro all’Arte. Danilo Bucchi e il Paesaggio Sospettato.

Paesaggio Sospettato-by Danilo Bucchi

Campeggia sul muro, per una lunghezza notevole, con oltre 250 metri quadrati di possibilità creativa. Stiamo parlando dello spazio esterno del noto locale romano Porto Fluviale, in zona Ostiense, a pochi minuti dal Gazometro e dal “ponte di ferro”; l’area, una sorta di artzone dell’arte da… esterno, per via di molti murales e graffiti in zona, accoglie la vita notturna capitolina, di quelle ancora sostenibile per qualità e una certa attenzione a quel che accade di bello intorno.

Paesaggio Sospettato-by Danilo Bucchi

Come Skin Taste, giunta alla sua 5a edizione, che dal 2013 – per la cura di Adriana Rispoli – modifica la facciata della bassa costruzione sita in Via del Porto Fluviale con  una grande opera site-specific in carta da manifesto realizzata ogni anno da un artista diverso.

Si tratta di una grande prova di street art e di arte pubblica poiché è un segno che si rapporta con il territorio ed è collettivamente fruibile,  diventando parte del tessuto sociale e della struttura urbana della città, interagendovi.

Dopo Mariangela Levita, Flavio Favelli, Giuseppe Stampone, Igor Grubic|Raffaela Mariniello, quest’anno interpreta la facciata Danilo Bucchi  con Paesaggio Sospettato.

Grafemi di colorazione porpora creano un alfabeto visivamente impattante eppure con una sua eleganza, che emerge da un fondo bianco. In sei pannelli è ricostruito un mondo, unaglobalità fatta di figurazioni che si trasformano in stilizzazioni astratte, di quelle liriche, però, non geometriche, suggerendo paesaggio – solo sospettato, appunto – che si rivela un codice misterioso, immaginifico, e surreale, in cui è facile riconoscere qualcosa di familiare; nasce interiormente ed esce allo scoperto per essere condiviso e manifestarsi evocativo…

Scrive Achille Bonito Oliva, che Bucchi:

“non vola svincolato nella verità della materia, egli non vuole trasformare l’arte in una pratica che cancella la gravità fisica del mondo… vuole potenziarlo mediante la fondazione di un metodo reale, figurabile, capace di estrarre un segno, formalizzando e circoscrivendo nel recinto di una forma necessaria l’oscuro peso del colore.”

Nel tempo, la composizione scolorirà, vedrà la carta, pur resistente, ingiallire, ammalorarsi, fino al 30 aprile, quando tutto vedrà il suo termine; oppure no…: probabilmente quel lavoro resterà più a lungo, come è avvenuto le volte precedenti con le creazioni degli altri artisti, di cui abbiamo goduto ben oltre il tempo prestabilito; sarà ancora lì in alto sul muro, e sarà ristampato per tornare a gridare che l’arte può affacciarsi e mostrarsi ovunque, e può essere gratuita, per tutti.

Dal 19 febbraio 2019, dunque, si passa passare davanti al Porto Fluviale e si osserva cosa ci suggerisce l’artista. Al quale chiediamo:

Come è nato il lavoro che hai fatto lì sul muro? Cioè: a che tipo di progetto visivo e “poetico” hai subito pensato, adatto a uno sviluppo esterno e in lunghezza?

“Il lavoro nasce, come spesso nascono tutti i progetti: aspirando a trovare ciò che più mi appaga in termini espositivi. – “Paesaggio Sospettato” racchiude l’essenza di un pensiero dedicato…”

Hai lavorato pensando al rapporto con il territorio? Quel territorio?

“Sinceramente no! Ma è inevitabile, viste le mie radici (Bucchi, classe 1978, è nato a Roma, dove vive e lavora. n.d.R.) e la mia presenza sul territorio, che io ne sia stato influenzato.”

Cosa vorresti che le persone che passano lì davanti, scorgendo la tua opera, pensassero, e “portassero a casa con loro”?

“Mosso dal principio che le aspettative spesso generano delusioni, non dipingo mai aspettandomi qualcosa dal fruitore ma se questo è vero, è altrettanto vero che il meglio di noi, spesso, viene dato agli sconosciuti. Tutto questo per dire che la mia concentrazione è canalizzata al mostrare un’opera (forse) finita, per me e non per gli altri.”

+ ARTICOLI

Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e statistici. Cliccando su "Accetta" autorizzi tutti i cookie. Cliccando su "Rifiuta" o sulla X rifiuterai tutti i cookie eccetto quelli necessari per il corretto funzionamento del sito. Cliccando su "Personalizza" è possibile selezionare quali cookie attivare.