Arte compressa # 61. Elliott Erwitt alla Casa dei Carraresi a Treviso. Buffi cani e padroni come ironica metafora della società

immagine per Elliot Erwitt
Elliot Erwitt

Elliott Erwitt (all’anagrafe Elio Romano Erwitz), grande fotografo nato a Parigi nel 1928 da una famiglia di immigrati russi e arrivato a New York per sfuggire alle leggi razziali, dopo l’infanzia trascorsa a Milano, si iscrisse al Los Angeles City College, prestigiosa scuola di Fotografia, e poi studiò Cinema alla New School for Social Researchdal 1948 al 1950.

Diventò presto fotografo apprezzato sia come fotografo pubblicitario che di documentazione; è, infatti, un attento fotoreporter – tra i protagonisti dell’Agenzia Magnum Photos  dal  1953 – e capace di immortalare il dramma e l’ironia di ogni realtà, tra Storia, Politica, Costume e Cultura, evidenziandone gli aspetti paradossali.

Ebbene: egli ha dedicato una vasta e originalissima serie di scatti memorabili anche al migliore amico dell’uomo, o meglio, come egli stesso affermò, a quegli esseri “Come gli umani, solo con più capelli” (titolo dell’esposizione, in corso dal 22 settembre al 3 febbraio 2018 alla Casa dei Carraresi a Teviso, curata da Marco Minuz).

“Ho scattato la mia prima foto canina nel 1946. Non ricordo in quali circostanze, né cosa avevo in mente, forse il cane aveva solo un’aria buffa (…). Faccio fotografie di qualsiasi cosa mi interessi mentre passeggio con la mia macchina fotografica. I cani sono ovunque, e i cani sono interessanti (…)”.

Così, è sceso con lo sguardo e l’obiettivo abbassandoli al marciapiede, fotografando i cani, spesso con i propri umani oppure attraverso dettagli e luoghi: restituendo ogni volta un’illuminante emblema della condizione umana.

“Per me la fotografia è un’arte di osservazione. Si tratta di trovare qualcosa di interessante in un luogo comune… Ho scoperto che ha poco a che fare con le cose che vedete e tutto a che fare con il modo in cui le si vede”

Elliott Erwitt: i cani sono come gli umani, solo con più capelli

  • dal 22 settembre 2018 al 3 febbraio 2019
  • Treviso, Casa dei Carraresi
  • A cura di Marco Minuz
  • Orari apertura:
    da martedì a venerdì: 9 – 18 // sabato, domenica e festivi: 10 – 20
  • Informazioni e prenotazioni: 0422.513150
  • Ufficio Stampa Mostra: Studio ESSECI gestione3@studioesseci.net
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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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