Julius Evola aggiudicato per oltre 50mila Euro in asta

immagine per Julius Evola
Julius Evola 50,3cmX39,2cm retro

L’arte moderna è di scena a Bolzano. Nonostante la pandemia da Covid 19, il mondo dell’arte sembra non conoscere grande crisi. Infatti, la Bozner Kunstauktionen ha tenuto una delle sue aste che ha battuto un record.

Riguarda un olio su cartone del 1923 di Giulio Cesare Andrea Evola, meglio conosciuto come Julius Evola (Roma, 19 maggio 1898 – 11 giugno 1974); l’opera è stata venduta a 57 mila euro, più i diritti nella recente asta online, non in presenza, l’unica modalità, cioè, permessa dalle regole del DPCM.

Sul retro del dipinto, la dedica personale del filosofo al senatore Giovanni Gentile, che all’epoca dell’omaggio era ministro dell’Istruzione.

Evola è stato un artista interessantissimo, pur se dal pensiero filosofico scomodo, con la sua opposizione al Manifesto della razza del 1938 in Italia ma  non al “razzismo spirituale” che elabora teoricamente. Ma questa è un’altra storia… Come già scrivemmo a suo tempo, da dadaista e futurista che aveva già conosciuto Marinetti e stretto amicizia con Balla, suo maestro, non si trovò concorde sulla posizione interventista dei sodali avanguardisti, né  fu mai particolarmente interessato ai miti della velocità e della macchina, a quella “smania di cambiamento e d’innovazione” – così scriveva nel 1930 sin un articolo su “La Torre” – propria del Futurismo; nemmeno l’esaltazione del sensualismo lo coinvolsero. Piuttosto, già in quei baldi anni, la sua arte era pervasa da uno sguardo alle questioni spirituali e socio-politico-religiose che approfondì diventando un protagonista dell’esoterismo italiano e non solo nazionale. Ad ogni modo, la sua parentesi pittorica è stata breve: ad appena ventitré anni, nel 1921, smetterà con la pittura e la poesia scegliendo la letteratura e la filosofia per esprimere se stesso; ricomincerà a dipingere tra il 1960 e il 1970, forse per via di un non preventivato successo di una sua mostra, nel 1963, alla  storica galleria La Medusa di Roma.

Poiché, dunque, non ha prodotto moltissimo, le sue opere sono considerate particolarmente rare. Nel 2016 una sua Astrazione ha battuto un record in una casa d’aste romana, raggiungendo la cifra di 100.000 euro, un prezzo che il maggior dadaista italiano non aveva mai toccato prima; poi, altre due sue opere, provenienti da una collezione romana, sono state messe all’asta a Bolzano, a Castel Mareccio dalla Bozner Kunstauktionen che ha pertanto già trattato la produzione di questo autore anomalo ma dal Mercato in crescita.

Spiega Stefano Consolati, il direttore della Casa d’Aste nata nel 2002 a Bolzano e oggi leader in tutto il territorio che va da Innsbruck a Verona:

“A conferma del successo già riscontrato nelle nostre ultime aste per Evola  l’opera, che è considerata una vera rarità nel momento più fiorente della sua produzione artistica, è stata aggiudicata da un collezionista italiano.
Ritengo che Evola abbia pagato negli anni Ottanta l’accostamento con la sua figura di filosofo e con le sue posizioni molto discusse. Una volta venuta meno questa associazione, Evola sta ottenendo il giusto riconoscimento come uno dei principali artisti nella storia del dadaismo in Italia”.

Molto bene anche i dipinti di Giulio D’Anna e Gerardo Dottori, aggiudicati, rispettivamente, per 7 mila euro, più i diritti e 28 mila euro, più i diritti.

Conclude Consolati:

“Siamo molto soddisfatti  la presenza on-line e telefonica è stata notevole, nonostante il momento che stiamo vivendo ( ricordiamo che era vietata l’asta in presenza dalle regole anti contagio). I lotti più importanti sono stati tutti venduti, e anche molto bene, a testimonianza che i collezionisti ricercano sul mercato opere di valore e, per quelle, sono ancora disposti a spendere”.

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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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