Addio ad Ettore Spalletti. Perché è fondamentale la sua lezione

Ettore Spalletti

Ettore Spalletti era nato nel 1940 a Cappelle sul Tavo (Pescara) dove viveva e lavorava. Se ne è andato a Spoltore l’11 ottobre 2019 a 79 anni.

A partire dalla metà degli anni Settanta, Spalleti aveva sviluppato una ricerca mirabilmente abile nel creare un dialogo tra contemporaneità e classicità (Beato Angelico, Paolo Uccello, Raffaello) in maniera silente, minimale ma molto intensa, mai priva di vibrante passione: anche per la vita oltre che per l’arte. Un’attitudine, la sua, intellettuale, mai fredda ma di grande calore e trasporto.

Spazio, tempo, colore, materia, luce, e linguaggi basici dell’arte (pittura e scultura): questi sono gli elementi con cui ha parlato e di cui ci ha parlato,  e per un grande artista che pure è scomparso dobbiamo forse decisamente cambiare l’uso del tempo verbale, usando sempre e comunque quello al presente; dunque: come ce ne parla? Mostrandoceli; lasciando a noi la facoltà di accogliere visivamente e di sperimentare quanto da lui manifestato.

Perché è così importante e bello il suo lavoro?

Esso è mirato a valorizzare il risalto emotivo del tono cromatico, indagato sia in pittura che in scultura e anzi volutamente e originalmente in bilico tra questo binomio di codici e discipline.

Le opere – sia pittoriche in senso più canonico, sia scultoree, dalla forma geometrica, fortemente sintetizzate e spesso evocative di immagini identificabili come prototipi dell’idioma della scultura (colonna, vaso, coppa, che valgono come) – appaiono monocrome, ma non lo sono davvero: si danno tramite un lento processo manuale di stratificazioni minuziose di materia e colore in cui la luce è una componente esaltata e in esso tutto è teso a un armonico e scambievole rapporto con lo spazio circostante. Lo spazio è quindi un altro cardine fondamentale della sua ricerca.

Infatti, il suo lavoro porta il fruitore dentro un’esperienza visiva avvolgente e non solo contemplativa, nel “…desiderio di offrire uno spazio in cui stare bene, in cui sentirti avvolto e in qualche modo protetto.” (E. S.), anche e soprattutto portandoci fuori dallo spazio e dal tempo quotidiani e dentro una loro concezione metafisica, sospesa, ideale e universale.

In che modo? Restituendocene la purezza e riuscendo in una sorta di annullamento del tempo come linearità, per un eterno presente fasciante, tutto da vivere, da godere. Un’arte, la sua, dunque, che, seppure saldamente ancorata a composizioni e tensioni minimali di profonda appartenenza concettuale, volge al trascendente.

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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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