Mario Marenco. Addio al surreale visionario che ha anticipato i tempi

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Marenco Sofa by Mario Marenco

Surreale il suo umorismo, che ha fatto sorridere e ridere intere generazioni a partire da quel capolavoro radiofonico che fu il rivoluzionario Alto gradimento, di Gianni Boncompagni, Renzo Arbore, Giorgio Bracardi e Mario Marenco, andato in onda negli anni ’70 sul secondo programma radio della RAI e in cui Marenco portò i suoi strampalati, irriverenti e geniali personaggi.

Mario Marenco, “l’architetto” – così lo chiamavano scherzosamente in molti: ma lui lo era davvero, architetto e designer -, si è spento a 85 anni all’ospedale Gemelli di Roma dopo una lunga malattia.

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Marenco Sofa by Mario Marenco
Nativo di Foggia, come il suo amico Renzo Arbore, che aveva conosciuto a Napoli dove Marenco si era laureato in architettura, vincendo Borse di studio che lo avevano portato a Stoccolma e a Chicago, è stato un umorista finissimo, con una nota malinconica, da cui è nata tanta dell’attuale comicità e a cui anche Nino Frassica, che lo ha frequentato, ne è diventato amico e con lui ha lavorato con il gruppo di ragazzacci di Arbore&C., deve molto, e glielo riconosce.
La sua anima creativa era esercitata in molti settori; ad esempio nei sui progetti e in veri piccoli  capolavori di design come il lampadario a sospensione Cynthia, per Artemide, 1960, in alluminio spazzolato, che richiama gli origami ma anche la sperimentazione optical del periodo, portata anche nella Moda dalla Marucelli, da Cardin e in quella metallica di Paco Rabanne e André Courrèges; idivano Marenco di Arflex, 1970, sistema modulare di cuscini e braccioli mobili alquanto innovativo; e la minimale poltroncina Movie, per Poltrona Frau, , datata 1984, con agganci che richiamavano le sedute cinematografiche.
Poi, c’era la sua verve dadaistica, resa anche in alcune pellicole cinematografiche (da Il colonnello Buttiglione diventa generale,1974, a Von Buttiglione Sturmtruppenführer, 1977, entrambi di Mino Guerrini, a Il pap’occhio di Renzo Arbore, 1980 a I carabbinieri, 1981, fino a Vigili e vigilesse, 1982) e film televisivi; ma quella più dirompente la portava in ogni personaggio, ben oltre la funambolica ironia non-sense apparentemente leggerina: in Alto Gradimento ecco il Professor Aristogitone, che esordì in piena contestazione studentesca, con il suo contraltarre, Verzo; e l’astronauta spagnolo Raimundo Navarro si palesò quando in Spagna, sotto l’orrido Franco, mancava tutto e certamente non era lontanamente pensabile lì un impegno aerospaziale nazionale; anche il Colonnello Buttiglione fu una graffiata, riuscita: lo dovettero promuovere di grado, a Generale, quando il vero colonnello, Rocco – proprio lui, il compassato politico – protestò con il Ministero della Difesa per risolvere il problema di questa pubblica irrisione, per quanto garbata, che coinvolgeva anche lo stesso apparato militare; non va dimenticato un barone universitario, tal Anemo Carlona, Primario di Medicina a Palermo, un vero trombone.
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Mario Marenco e gli amici
Accanto a loro, frutto di una vera satira a suo modo politica, assolutamente unica, c’erano la Sgambona, Vinicio, il poeta sbilencoMarius Marenco, sorta di autoritratto dell’autore, e lo chef Leon, quasi un presagio di tanta successiva invasone di tanti reali o presunti Food-star attuali.
Nacque anche, dopo il debutto televisivo nel 1972, con Cochi e Renato ed Enzo Jannacci ne Il buono e il cattivo, Mister Ramengo, un inviato speciale farlocco per L’Altra domenica, un altro storico programma, quello del pomeriggio televisivo di Rai 2 in onda dal 1976 al 1979, condotto da Arbore e costellato della presenza di amici comici e non. Poi, ancora, ecco, in Indietro tutta – dal 14 dicembre 1987 all’11 marzo 1988: di Arbore e Ugo Porcelli con Alfredo Cerruti e Arnaldo Santoro, condotta dallo stesso Arbore e da Nino Frassica – Riccardino, scolaretto tonto ma forse nemmeno troppo, che in diretta sdoganò in Tv molte parole e tanti argomenti-tabù oggi non più tali. 

Un pioniere della comicità, Mario Marenco, con i suoi testi visionari che hanno analizzato e riportato lucidamente, seppure in maschera, tanta della verità del suo tempo e sorretti da una capacità di leggere pure quel che sarebbe arrivato. Puntuale come un orologio svizzero travestito da quello del Bianconiglio…

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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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